“Viaggio nella relazione di aiuto”

Ecco un racconto tratto dal libro Ed. Kimerik, in cui i due ambiti di vita delle persone si intrecciano, come due fili che spesso presentano nodi.

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GIUSEPPE: Febbraio 2017

Giuseppe, 51 anni, ha iniziato a lavorare a 15 anni come Addetto al Magazzino presso un’azienda. Poi ha cambiato professione, rimanendo sempre in ambiti generici, e ha lavorato come Commesso presso negozio di ricambi (sempre “in regola”), Operaio e via dicendo. In sostanza ha sempre svolto lavori poco qualificati ma che prevedevano l’assunzione in regola. Bei tempi!

E oggi? Oggi, da diversi, molto, troppi, anni a questa parte, dopo essere stato licenziato, intercetta “lavoretti” precari un po’ in regola un po’ no. Giuseppe, in sostanza vaga.

Giuseppe è logorroico. Quando inizia a parlare non la smette più. Devo contenerlo, E’ un flusso di pensieri che si intrecciano, si separano, si riuniscono. Devo dire che certe volte ho un po’ di difficoltà a seguirlo e gli chiedo (gentilmente) di tagliar corto, specie quando ho fuori dall’ufficio altre persone che aspettano di entrare.

E’ una persona simpatica. Molto alla buona, diretta, e generoso. Mi piace il suo essere “umano” nonostante le proprie difficoltà. In particolare, aiuta la sua amica Ornella che soffre di gravi patologie metaboliche (diabete, obesità grave, in particolare) tali da non poter muoversi in casa e uscire. La badante che segue Ornella usa “un aggeggio particolare” (sollevatore) per provare ad alzarla dal letto, mi ha raccontato Giuseppe tempo fa. 

Giuseppe si occupa di svolgere a casa dell’amica lavori di manutenzione, la accompagna al mare, in ospedale e dai medici per le visite mediche e tante altre cose. Lei lo ripaga per il fastidio, per sdebitarsi ma Giuseppe c’è, se Ornella ha bisogno, nonostante litighino come una coppia di lunga data.

Mi piace pensare a questa rete di legami amicali o come li si vuol definire, soprattutto “umani”. Sono legami che uniscono e magari dividono ma sono creati all’insegna dell’aiuto e del sostegno. 

E io aiuto Giuseppe, per quel che posso. Lo aiuto inviando curricula alle aziende e alle cooperative. 

Giuseppe non ha vita semplice. 

Divorziato, senza figli, vive con la madre vedova che lo rimprovera se lascia la luce o la tv accesa più del dovuto. Lo tratta come un bambino. “E’ anziana ma è pesante come un macigno. Dovresti vederla!!!!”

Questo è uno dei tanti casi di adulti che tornano a casa dai genitori anziani, dopo aver perso il lavoro e vivono grazie alla pensione dei genitori. Al mercato del lavoro dei genitori anziani non interessa niente, penso.

Nel settembre di qualche anno fa ricevo la telefonata di Giuseppe. 

E’ un po’ preoccupato, poco però. Mi racconta che il mese precedente, quando era al mare con Ornella, si è accorto di un gonfiore sotto l’addome. Subito lo esorto a recarsi dal medico. Non nego di averlo pressato anche perché “il personaggio” sembrava vivere in uno stato di inconsapevolezza. Però mi ha chiesto aiuto.

Dopo diversi giorni mi richiama. Mi comunica che il medico di base lo ha spedito in Ospedale a effettuare analisi e una visita medica urgente. 

Passano altri giorni e mi comunica la “lieta” notizia: ha un cancro alla prostata. Lo avrebbero operato da lì a pochi giorni.

Mi ha chiesto un sostegno emotivo, una spinta a fare ciò che era giusto per la sua salute. “E se non ci fossi stata?”, ho pensato, “con chi ne avrebbe parlato?”.

La madre non aveva capito nulla di quanto stesse succedendo in quel frangente. O forse Giuseppe non le aveva detto nulla. “Tanto è sempre fuori” questa è la sua giustificazione.

Giuseppe ogni tanto viene allo Sportello perché io gli invii i curricula. In passato, grazie al Centro Impiego ha trovato lavoro a tempo determinato nelle pulizie. Si lamenta della madre, di Ornella che “lo stressa”, si lamenta dello stato di disoccupazione. Ma poi gli passa.

L’altro giorno mi ha chiamato per un suo amico che vuole effettuare l’iscrizione al Centro Impiego, “Può venire da te o deve recarsi in sede?” ….cerca in sostanza “informazioni tecniche” per un ragazzo di 21 anni, figlio di un amico, che ha abbandonato gli studi al quinto anno.

Viene con il ragazzo allo Sportello. Il giovane presenta un atteggiamento distaccato, un po’strafottente.

Non ho molte remore a raccontare al ragazzo quale futuro lo attende con un diploma di licenza media.

Il terrorismo psicologico”, come io lo chiamo, ha un suo ruolo, specie se a calcare la mano c’è una Orientatrice, la sottoscritta, che per lavoro incontra disoccupati giovani e adulti.

Giuseppe lo sa e nel suo ruolo di “accompagnatore ed educatore” è stato bravo: il ragazzo ha bisogno che qualcuno lo affianchi nel tentativo di reinserirsi nel mondo della formazione e del lavoro e se necessario che lo rimproveri.

Questi credo siano i legami sociali, le relazioni che dovrebbero intercorrere più spesso tra le persone.

Anzi, ne sono convinta.

Classe ’68. Conclusi gli studi universitari in Scienze Politiche, ha iniziato ad occuparsi per oltre un decennio di Orientamento Professionale in servizi pubblici per l’impiego, enti formativi e università. Dal 2009 il suo lavoro di Orientamento di primo e secondo livello viene realizzato presso alcuni Sportelli Lavoro di un Centro per l’Impiego della provincia di Milano. Nel 2016 ha terminato un percorso quadriennale post laurea di Counseling A.T. (Analisi Transazionale) per dedicarsi successivamente come Counselor volontaria all’ascolto di donne malate oncologiche cui l’Associazione dell’Ospedale di Sesto San Giovanni “Il Sorriso nel cuore Onlus” offre servizi gratuiti di Estetica Riabilitativa (fornitura gratuita di parrucche e servizi di estetica).

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