Phyllanthus: dalla vitiligine alla calcolosi renale, i molti usi del Fillanto

Le piante del genere Phyllanthus hanno trovato diversi utilizzi in medicina: la specie P. Emblica viene utilizzata per iperglicemia e P. Niruri contro epatite B e calcolosi renale

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Le piante del genere Phyllanthus hanno trovato diversi utilizzi in medicina. In letteratura si trovano riferimenti alle specie P. emblica (per iperglicemia), P. niruri (epatite B e calcolosi renale). Nelle medicine tradizionali trovano impiego P. muellerianus, la cui corteccia è utilizzata dalla popolazione dei Pigmei come rimedio contro il tetano e le infezioni delle ferite e la foglia di P. acidus, che viene utilizzata contro la malaria. In medicina ayurvedica indiana, varie specie erbacee di Phyllanthus sono note con il nome di bhuiamla e vengono prescritte per numerose condizioni dall’ittero alla gonorrea, dal diabete alla cura di ulcere o altre patologie cutanee. Infusi della pianta preparati da giovani germogli sono utilizzati nel trattamento della dissenteria cronica. Portando qualche esempio di letteratura scientifica, possiamo leggere come il P. emblica sia stato utilizzato anche per valutarne l’efficacia antiaggregante piastrinica. Infatti, l’estratto della pianta è ricco di vitamina C, che, come riportano gli autori, può avere un effetto sull’inibizione dell’aggregazione piastrinica sia in pazienti sani che con malattia coronarica. Lo studio ha voluto verificarne l’efficacia e i possibili effetti collaterali in co-somministrazione con clopidrogrel (75mg) e ecopsrin (75mg), concludendo che la co-somministrazione porta ad una diminuzione significativa dell’attività piastrinica.

Ruolo nel ridurre i livelli di lipidi

Sempre a livello di componenti del tessuto sanguineo, uno studio americano ne ha valutato l’efficacia per la riduzione dei livelli di lipidi. In questo caso, 500mg di estratto somministrati 2 volte al giorno per 12 settimane hanno dimostrato una diminuzione significativa del colesterolo lipoproteico a bassa densità calcolato e del colesterolo totale / lipoproteine ad alta densità rispetto ai valori di partenza. Anche i livelli circolatori di proteina C reattiva ad alta sensibilità (hs-CRP) erano significativamente diminuiti dopo 12 settimane di integrazione. Associata a vitamina E ed antiossidanti, si è valutato l’impiego della pianta anche in ambito dermatologico, in particolare per il trattamento della vitiligine. Nello studio in questione, durato 6 mesi, i pazienti trattati con questo mix hanno presentato una lieve ripigmentazione sulle regioni testa / collo e sul tronco. Inoltre, i pazienti del gruppo trattato hanno mostrato una percentuale più alta di malattia stabile. Purtroppo, lo studio è molto piccolo e servirebbe un numero più ampio di soggetti per confermare l’efficacia di questo trattamento. L’altra specie di cui si sono molto interessati gli studiosi è il P. niruri o P. amarus. In particolare, si sono valutati gli effetti diuretici, ipotensivi e ipoglicemici. In questi pazienti, è stato osservato un aumento significativo del volume delle urine nelle 24 ore, delle urine e dei livelli sierici di Na, con relativa riduzione della pressione arteriosa sistolica e dei livelli di glicemia nei soggetti trattati. Per quanto riguarda l’utilizzo per steatopatie, epatiti e patologie epatiche l’utilizzo del P. niruri non ha ancora trovato conferma concorde negli studi, che al momento non danno risultati significativamente superiori rispetto al placebo.

Uso tradizionale per il trattamento della calcolosi renale

L’uso tradizionale del P. niruri per il trattamento della calcolosi renale trova qualche sostegno in un paio di articoli apparsi in letteratura negli ultimi anni. Uno studio brasiliano ha valutato che, nel complesso, non c’erano differenze significative nei valori medi dei parametri urinari tra i campioni di urina prima e dopo l’assunzione di P. niruri, ad eccezione di una leggera riduzione del magnesio urinario medio dopo P. niruri, che rientrava nell’intervallo normale. Tuttavia, nell’analisi del sottogruppo, abbiamo osservato che P. niruri ha indotto una riduzione significativa del calcio urinario medio nei pazienti ipercalciurici. In questo follow-up a breve termine, non sono state rilevate differenze significative nello svuotamento dei calcoli e / o nel sollievo dal dolore tra i gruppi che assumevano P. niruri o il placebo. Tuttavia, nel caso in cui il P. niruri sia somministrato dopo applicazione di onde d’urto per litotripsia, si è osservato invece un aumento dell’espulsione dei frammenti di calcoli, con un tasso di eliminazione completa dopo 180 giorni che raggiungeva livelli del 93.5%. In generale, tutti gli studi sono poi concordi nel valutare come sicura e priva di particolari effetti collaterali l’assunzione degli estratti.

Fonti

J Med Food. 2015 Apr;18(4):415-20.
Dermatol Ther. 2015 Jan-Feb;28(1):17-21.
Phytomedicine. 2014 Apr 15;21(5):579-85.
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Trop Gastroenterol. 1999 Oct-Dec;20(4):164-6.
Urol Res. 2004 Oct;32(5):362-6.
J Urol. 2006 Sep;176(3):1020-2

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