La dieta mediterranea allunga la vita. Uno studio italiano spiega perché

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Si vive più a lungo grazie alla dieta mediterranea. A suggerirlo è un recente studio tutto italiano che ha coinvolto oltre 5.000 persone pugliesi, precisamente di Castellana Grotte e Putignano. Che la dieta mediterranea portasse diversi benefici alla salute era già noto, ma di solito gli studi sull’argomento analizzano particolari eventi, la mortalità generica o alcune malattie, come quelle cardiovascolari, ma anche neurogenerative e oncologiche.

«La dieta mediterranea è associata a buoni esiti di salute, ma l’effetto sulla durata della vita non è stato ampiamente studiato» scrivono  Angelo Campanella, dell’Irccs Saverio de Bellis di Castellana Grotte, e colleghi nell’articolo pubblicato su International Journal of Epidemiology. Così, i ricercatori hanno voluto quantificare l’aspettativa di vita legata a questo tipo di alimentazione. In particolare, il lavoro ha coinvolto i partecipanti a due studi di popolazione, uno iniziato nel 1985 a Castellana Grotte e l’altro nel 2005 a Putignano. Al basale (2004-2005) è stato chiesto ai partecipanti di rispondere a domande sulle frequenze di assunzione di 233 alimenti nell’anno precedente e anche di stimarne le dimensioni delle porzioni in base a fotografie. A partire da questi dati è stato calcolato un punteggio per valutare l’aderenza alla dieta mediterranea, il quale è stato poi studiato in relazione allo stato di salute. Il follow-up dei partecipanti è durato fino a dicembre 2018. Dai risultati delle analisi è emerso che, rispetto a coloro che si dimostravano i più aderenti alla dieta mediterranea, le persone che la seguivano parzialmente o non la seguivano avevano una durata di vita inferiore rispettivamente di circa 5 e 9 anni. «In conclusione, l’alta aderenza alla dieta mediterranea sembra avere un importate effetto benefico sulla durata di vita nella popolazione dell’Italia meridionale» scrivono gli autori. Serviranno altri studi per valutarne gli effetti in altre popolazioni e regioni geografiche.

International Journal of Epidemiology 2020. Doi: 10.1093/ije/dyaa222
https://doi.org/10.1093/ije/dyaa222

 

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