Vitamine A, E e D riducono i disturbi respiratori. Ecco come

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L’apporto di vitamina A, E, e D potrebbe associarsi a minori disturbi respiratori. A dirlo è uno studio osservazionale pubblicato su BMJ Nutrition Prevention & Health, in base al quale l’associazione è stata riscontrata con l’apporto di vitamina A ed E da dieta e integratori, e con la vitamina D solo da integratori. I risultati sono il frutto di un’analisi dei dati di partecipanti al National Diet and Nutrition Survey Rolling Programme 2008-2016, un sondaggio che raccoglie annualmente informazioni su cibi e bevande consumati da circa 1.000 persone selezionate a caso che vivono in famiglia nel Regno Unito.

I ricercatori hanno considerato l’apporto di vitamine solo dalla dieta (esposizione continua) e da dieta e integratori (esposizione binaria), aggiustando per diversi fattori confondenti. Su 6.115 adulti inclusi (dai 19 anni), solo 33, in genere più anziani e con meno probabilità di assumere regolarmente integratori di vitamina A, E, C o D, li hanno segnalati. Non è stato possibile determinare l’associazione con gli integratori di vitamina C poiché nessun partecipante con problemi respiratori li assumeva. Invece, l’apporto di vitamine A ed E da dieta e integratori è stato associato a una minore prevalenza dei disturbi; associazione ritrovata anche con l’apporto di vitamina D dagli integratori, ma non dalla dieta.

Un risultato che si aggiunge al dibattito scientifico che vi è su questa vitamina, bassa in circa la metà della popolazione generale del Regno Unito, dove il 30% delle persone dai 65 anni non raggiunge l’apporto di nutrienti raccomandato. «I nostri risultati sono coerenti con l’ipotesi che l’integrazione sia fondamentale per garantire che lo stato adeguato di vitamina D sia mantenuto e indica potenzialmente che l’assunzione di vitamina D dalla sola dieta non può aiutare a mantenerlo» scrivono gli autori. Da notare che i problemi respiratori comprendevano condizioni infettive e non (come asma, raffreddore, malattia polmonare cronica ostruttiva), il che, insieme ad altri fattori, limita la generalizzabilità dei risultati. Non si dovrebbero inoltre trarre conclusioni in merito all’attuale pandemia Covid-19.
Altro limite è il piccolo numero di problemi respiratori, che erano auto-riportati. Per gli autori sono necessarie ricerche per valutare le implicazioni nel contesto dell’attuale pandemia, utilizzando i dati di coorti longitudinali. «Il nostro studio evidenzia anche la necessità di un’ulteriore raccolta di dati su disordini nutrizionali e respiratori per coprire aree geografiche più ampie e gruppi ad alto rischio, compreso un focus su altre etnie» concludono.

BMJ Nutrition Prevention & Health 2020. Doi: 10.1136/bmjnph-2020-000150
https://doi.org/10.1136/bmjnph-2020-000150

 

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