Imparare dal passato per difendere il presente, due pandemie a confronto: Spagnola vs Coronavirus

Studiare l’andamento pandemico del passato, osservare “come è andata” nei secoli passati, sarebbe utile per agire in tempi di Covid-19, magari senza ripetere gli stessi errori.

tagmedicina, pandemia
- Adv -

Paolo Bonanni, è Professore Ordinario di ‘IGIENE’ all’ Università di Firenze, esperto nelle dinamiche di diffusione dei virus, proprio quelli che hanno funestato e decimato l’umanità nei secoli. Egli ritiene essere la mossa vincente, non prevedere il comportamento della pandemia attuale da Coronavirus, come se i Virologi fossero dotati di capacità divinatorie e della sfera di cristallo, ma di studiare l’andamento pandemico del passato. Insomma, andare ad osservare “come è andata” nei secoli passati, sarebbe utile per agire in tempi di Covid-19, magari senza ripetere gli stessi errori.

Con tutte le dovute differenze, molte indicazioni il passato le dà.
“Sul Sar-CoV2 sappiamo ancora troppo poco” – afferma il Professore – “io resto sempre colpito quando vedo buttare lì certezze granitiche, tipo in che giorno raggiungeremo il picco: sono così tanti i fattori che non conosciamo, che ogni previsione può essere smentita clamorosamente e, purtroppo lo abbiamo visto. Ecco perché è importante non dare false certezze e imparare dal passato: lo dicevamo quasi tutti che ci sarebbe stata una seconda ondata e quanti tra i miei colleghi lo abbia negato… ora fa una conversione a 180 gradi”.

La Spagnola di cento anni fa è stata l’ultima grande pandemia ad aver colpito l’Occidente. Ci sono analogie.
Intanto, sono impressionanti le corrispondenze dei mesi: la prima ondata della Spagnola in Italia infuriò proprio in aprile e maggio, poi a ottobre/novembre si affacciò la seconda ondata, peggiore della prima. Da qualche parte arrivò anche una terza ondata più debole, ad esempio in Spagna.
È molto istruttivo inoltre, notare come le strategie efficaci per difendersi dal contagio ieri, fossero le stesse di oggi: se si osservano le foto sui giornali dell’epoca, medici e infermieri, ma anche la gente comune, indossavano la mascherina, tenevano il distanziamento ed usavano disinfettanti in abbondanza, proprio le tre regole che tuttora, se le avessimo rispettate, ci avrebbero protetti perfettamente.

Inoltre, era proibito andare in giro e tantissime attività furono chiuse, in pratica, il lockdown lo hanno inventato un secolo fa.
All’epoca, gli scienziati non avevano cognizione di cosa fosse un virus, quello influenzale sarebbe stato isolato solo dieci anni dopo, negli anni ’30, però avevano compreso il meccanismo di trasmissione e quindi, le modalità per rallentarlo, o bloccarlo.
Ed ancora, risulta curioso notare come anche un secolo fa ci fossero i negazionisti, i terrorizzati ed i complottisti.

Era appena terminata la Prima Grande Guerra ed i complottisti dell’epoca sostenevano con forza, che a diffondere il morbo fossero stati i Tedeschi, che con le loro navi avrebbero spruzzato lungo le coste degli Stati Uniti la malattia.
Sembrano proprio le bufale odierne delle “scie chimiche” et similis conspiratio assertores …
Infatti, è umanamente rassicurante ritenere che la colpa sia di qualcuno che agisce per cattiveria, piuttosto che pensare che la natura possa creare fenomeni imprevedibili ed incontrollabili. Tutti i negazionisti – del Covid, come della peste nel Manzoni – in realtà incarnano l’estremizzazione della paura: il terrore è tale, che fa più comodo pensare che il fatto non esista, è un meccanismo ben noto agli psicologi.
Ed è però, anche segno della stanchezza delle persone di fronte a una seconda ondata pandemica, all’inizio va bene anche fare l’immane sacrificio del lockdown, ma poi il ripetersi della stessa situazione psicologicamente sconvolge, quando l’ emergenza sembrava finita, ecco che riprende.

“Il Covid, per ora ha fatto poco più di un milione di morti nel mondo, la Spagnola ne fece 40/50 milioni e proprio a causa di tanta mortalità si è esaurita: non possiamo permettercelo”, afferma l’esperto Bonanni.
I virus sono talmente imprevedibili, che c’è sempre la possibilità che il Covid scompaia per cause naturali, ma la speranza più concreta è che arrivi un vaccino capace di dare un’immunità abbastanza lunga nel tempo.
Peccato però, che per esso ci vorranno molti mesi… sempre che tutto vada bene.

Il virus della Spagnola era di tipo influenzale, come tutte le pandemie del ‘900, per questo il Covid ha preso tutti alla sprovvista, perché i Virologi ritenevano che le pandemie fossero tutte da influenza.
Invece, il Sars-CoV2 è un cugino della Sars del 2003, meno cattivo, ma si adatta molto meglio alla specie umana e questo lo rende più pericoloso. La Sars, quelli che colpiva li uccideva nel 10% dei casi, però si trasmetteva difficilmente, così infettò 10mila persone in tutto; il Covid ha già infettato almeno 50 milioni di persone: è vero che ha una letalità bassa, ma una percentuale piccola su un numero grande, fa un numero di morti enorme. Va detto poi, che la Sars incontrò sulla sua strada l’infettivologo eroe Carlo Urbani che, pur di impedire a quel coronavirus di diffondersi nel pianeta, ha dato la vita e lo ha davvero fermato: con quel 10% di mortalità, prima di auto esaurirsi, la Sars avrebbe fatto strage.
Il tracciamento di tutti i contatti fatto immediatamente da Urbani, a partire dal “caso zero” è un’altra lezione che ancora una volta il mondo ha dimenticato….
Continua il Prof. Bonanni, che sarebbe necessaria un’attenzione preventiva a questo tipo di fenomeni, purtroppo anche il nostro Paese per venti anni ha smantellato la Sanità territoriale, il vero presidio che ci permette di controllare la situazione.
Occorrerebbe stanziare sul campo professionisti in numero sufficiente – Dipartimenti di prevenzione e Medici di medicina Generale – che possano fare i tracciamenti, mettere le persone in isolamento e verificare tutto quello che succede, in tempo reale, altrimenti la popolazione si riverserebbe sugli ospedali: non a caso la Lombardia, che ha depotenziato tali Presidi più degli altri, si è trovata con un guaio grosso.

Analizzando invece cosa succede in Estremo Oriente, è chiaro come lì il sistema di controllo è capillare ed infatti Costoro ne sono usciti.
A gennaio abbiamo anche fatto ‘orecchie da mercante’ a un passato molto recente, quell’epidemia che in Cina faceva già enormi danni.
Sarebbe bastato osservare cosa avveniva a Wuhan e nel Paese, per capire che sarebbe accaduto anche qui. Invece ci siamo illusi, basti dire che all’inizio era dato come criterio di fare i test solo a coloro che si fossero recati in Cina, così il virus è arrivato sotto traccia e quando è esploso a Codogno, ormai era tardi.

La stessa Oms affermava che non esisteva alcuna emergenza, insomma, si era tutti presi da una sorta di pregiudizio ottimistico, perché è difficile aprire gli occhi su una realtà che non si vuole ammettere….
Questa crisi, afferma Bonanni ci ha fatto capire che anche l’Occidente supertecnologico e super scientifico soggiace a cose che ci sfuggono totalmente ed è in balìa della natura…
La storia ce l’aveva insegnato, ma appena una bufera è passata, si fa presto a dimenticare.
Psicologicamente è normale, negli Stati Uniti degli anni ’20, finita la terribile Spagnola, c’era un’euforia incredibile e si fecero festeggiamenti lunghissimi, come dopo ogni guerra.
Sicuramente succederà anche a noi, quando potremo tornare a socializzare ed a rivedere le persone!
Noi siamo la ‘società della pillola’, quella che si ingoia per avere tutto e subito: successo, memoria, efficienza, salute. La pandemia ci costringe invece a lunghe rinunce, persino a sacrifici utili agli altri.
Siamo tutti diseducati ad un comportamento che sia socialmente utile, siamo molto individualisti, dire che tu per tutelare gli altri devi sottometterti a determinati comportamenti, è politicamente scorretto.
Non bastasse questo, l’Educazione Civica è stata espulsa da scuola e per paradosso, ci si disinteressa del prossimo al punto da arrecare danno anche a se stessi, il discorso delle mascherine abbassate, o degli assembramenti serali è emblematico. La conseguenza? Tutti costretti a nuove chiusure per il comportamento di pochi.
Se è così facile che un virus dall’altra parte del mondo, in poche ore diventi pandemia, come mai per un secolo non è capitato? Cos’ha più degli altri questo Sar-CoV2?

Continuamente dagli animali vengono fuori dei virus nuovi ricombinanti tra diversi ceppi, ma questo ha trovato una combinazione che si trasmette benissimo tra gli esseri umani.
Di solito, quando fa il salto dall’animale alla specie umana un virus è deficitario, ha problemi di trasmissione, il Covid invece è la ‘tempesta perfetta’.
Magari succede una volta su dieci miliardi, ma che l’eccezione potesse accadere si intuiva, i biologi evoluzionisti ci dicono che è nell’ordine delle cose, purtroppo è capitato a noi. Anche per quanto riguarda le calamità naturali, le eruzioni, i terremoti, l’Italia, Paese meraviglioso per tanti versi, non fa prevenzione antisismica, così spende molto di più – sia in vite umane che in denaro – per riparare ai danni, dopo che essi sono avvenuti.
“In fondo”, conclude il Cattedratico “è sempre la stessa storia, è sempre la solita umanità”.

Fonti, avvenire.it
The Lancet.

E' stata Docente di Lettere Antiche presso i Licei di Roma, Assistente di “Paleografia e Diplomatica” presso l’Universita’, Revisore di articoli giuridici ed esegesi delle fonti del diritto presso l’Enciclopedia Giuridica Treccani. Ha perfezionato gli studi con Master e Corsi. Attualmente in Quiescenza, nello Stato si dedica alla libera passione per il Giornalismo e per la Scrittura Creativa

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui