L’ipertensione nel sonno si associa a un aumento del rischio cardiovascolare

L'ipertensione notturna è spesso una condizione sotto-diagnosticata in quanto le misurazioni pressorie vengono effettuate soprattutto di giorno.

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Dalle conclusioni di uno studio appena pubblicato sulla rivista Circulation emerge che nelle persone che soffrono di ipertensione durante il sonno aumentano le probabilità di malattie cardiovascolari. «L’ipertensione notturna è spesso una condizione sotto-diagnosticata in quanto le misurazioni pressorie vengono effettuate soprattutto di giorno. Tuttavia, alcuni individui sono normotesi proprio nelle ore diurne, mentre la loro pressione può alzarsi durante le ore notturne, e spesso nel sonno» esordisce il primo autore dell’articolo Kazuomi Kario, professore di medicina cardiovascolare all’Università di Tochigi in Giappone, che assieme ai colleghi ha analizzato i dati di 6.359 giapponesi, di cui circa un terzo davano conto dei valori pressori rilevati sia di giorno sia durante la notte.

Le misurazioni venivano effettuate tramite un monitor indossabile che poteva essere usato anche al domicilio. Più della metà dei soggetti aveva un’età maggiore di 65 anni e tutti mostravano almeno un fattore di rischio cardiovascolare mentre tre quarti di loro assumeva farmaci per la pressione. «In totale tutti i soggetti hanno eseguito 20 registrazioni della pressione sanguigna diurne e sette notturne» scrivono gli autori, che dopo aver valutato eventuali fattori di confondimento hanno scoperto che l’aumento dei livelli pressori durante il sonno poteva associarsi a un rischio maggiore di malattie cardiovascolari arteriosclerotiche e scompenso cardiaco, specie nei pazienti in cui i valori di pressione registrati nelle ore notturne superavano quelli diurni. «Da questi risultati emerge con chiarezza che la pressione sistolica notturna è un fattore di rischio significativo e indipendente per futuri eventi cardiovascolari» spiega Kario. E conclude: «I nostri dati suggeriscono l’importanza del monitoraggio pressorio notturno nella gestione del paziente iperteso, incoraggiando i medici a fare in modo che la terapia anti-ipertensiva riduca la pressione durante tutto l’arco delle di 24 ore».

Circulation 2020. Doi: 10.1161/CIRCULATIONAHA.120.049730
https://doi.org/10.1161/CIRCULATIONAHA.120.049730

 

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