Longevità: dieci regole per prevenire le malattie da invecchiamento

Secondo i dati dell'Istituto superiore della sanità, all'inizio di settembre 2020, su 35.563 decessi di pazienti positivi al virus, l'età media era di 80 anni.

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La pandemia di Covid-19 ha duramente colpito le fasce di popolazione più vulnerabili da un punto di vista della salute. Secondo i dati dell’Istituto superiore della sanità, all’inizio di settembre 2020, su 35.563 decessi di pazienti positivi al virus, l’età media era di 80 anni.

Fra le considerazioni che questo drammatico quadro porta a fare una riguarda le condizioni dell’invecchiamento e l’importanza di quanto l’invecchiamento cellulare e il declino del sistema immunitario giochino un ruolo fondamentale nella maggior sensibilità agli attacchi di agenti esterni patogeni delle persone anziane. “Garantire la salute delle persone deve significare, oggi più che mai, non tanto curare le malattie, ma contrastarle ed evitarle nel corso della vita” secondo Antonluca Matarazzo, direttore generale della Fondazione Valter Longo Onlus, che si sta impegnando per veicolare l’importanza del sano invecchiamento attraverso programmi di educazione scolastica e il sostegno alle persone fragili e in difficoltà.

Si tratta di insegnare una “strategia biologica evoluta” che a partire da stile di vita, dieta e digiuno contrasti l’insorgenza di malattie correlate all’invecchiamento come diabeteobesità, malattie cardiovascolari e autoimmuni, Alzheimer e molte altre ancora. Quella che in estrema sintesi Valter Longo, direttore del Programma di oncologia e longevità dell’Ifom (Istituto Firc di oncologia molecolare) di Milano e direttore del Longevity Institute dell’Usc (University of Southern California) Davis School of Gerontology di Los Angeles, “padre” del programma che mima il digiuno, chiama longevità programmata. “Lo stile di vita salutare e la corretta nutrizione sono le armi più potenti che abbiamo” ribadisce Romina Inès Cervigni, responsabile scientifico della Fondazione.

Le dieci regole di longevità

Ecco le regole elaborate dalla Fondazione e che dovrebbero diventare parte integrante della routine quotidiana:

1.Dieta pescetariana: privilegiare alimenti di origine vegetale e inserire il pesce nel menù al massimo due o tre volte alla settimana, evitando quello con alto contenuto di mercurio. Dopo i 65-70 anni introdurre più pesce, frutta e qualche alimento di origine animale, come latticini e uova per prevenire il dimagrimento e la perdita di massa muscolare.

2.Proteine quanto basta: è consigliabile consumare almeno 0,7/0,8 g di proteine al giorno per chilo corporeo, facendo attenzione ad aumentare questo quantitativo dopo i 65-70 anni come indicato al punto 1.

3.Semaforo verde per grassi insaturi e carboidrati complessi: mai far mancare i grassi insaturi buoni, a partire dall’olio d’oliva fino alla frutta a guscio e al pesce, e i carboidrati complessi, di cereali integrali, legumi e verdure. Inoltre, va ricordato che la frutta è una fonte di zuccheri semplici e va quindi assunta con moderazione.

4.Variare il menù: variare il più possibile le fonti nutritive in modo che la dieta apporti, in quantità adeguate, proteine, acidi grassi essenziali (omega-3, omega-6), minerali, vitamine e anche zuccheri, che nella giusta misura sono necessari per le cellule.

5.Mangiare alla tavola dei propri antenati: l’ideale è scegliere i cibi della propria tradizione come per esempio, i legumi – fave, lenticchie, ceci, lupini – oppure i cereali – orzo, grano, farro, miglio, segale e sorgo, che potrete utilizzare anche per la preparazione di minestre.

6.Fare due pasti al giorno più uno spuntino: questa indicazione è per i soggetti che devono perdere peso. In persone normopeso e con circonferenza addominale non elevata, è possibile fare tre pasti e uno spuntino.

7.Ridurre l’arco temporale dei pasti: cercare di limitare l’arco temporale in cui si consumano i pasti a 12 ore al giorno. Se, per esempio, si finisce di cenare alle 20.00 la colazione andrebbe consumata dalle 8.00 in poi.

8.Diete Mima-Digiuno prolungate e periodiche: la Dieta Mima-Digiuno è il risultato degli studi clinici del Professor Longo sulla correlazione tra restrizione calorica mediante l’assunzione di una specifica combinazione di macronutrienti per “mimare” il digiuno, e processo di rallentamento dell’invecchiamento cellulare. Si basa sull’assunzione di un menù vegetale, non percepito dall’organismo come “cibo”, che aiuta le cellule a riposare, consentendone la rigenerazione e il ringiovanimento dall’interno. La dieta va seguita sotto la supervisione del nutrizionista e del medico.

9.Quella della Longevità non è soltanto una dieta, ma uno stile di vita.

10.Mantenere un peso ed una circonferenza addominale idonei: idealmente meno di 90 cm per gli uomini e meno di 75 cm per le donne.

Fonte: Farmacista33

 

Marchigiano di Fermo vive in Romagna dal settembre del 2000. Giornalista professionista dal 1991, ha lavorato in quotidiani di diverse regioni (Marche, Umbria, Toscana, Lazio ed Emilia Romagna) fino alla qualifica di caporedattore centrale. Tra le sue esperienze anche l'assunzione, quale esperto per l'informazione, presso l'ufficio di Gabinetto del presidente del Consiglio regionale delle Marche dott. Alighiero Nuciari nei primi anni 90 e quelle radiofoniche presso alcune emittenti private sempre delle Marche.

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