Il colesterolo LDL-troppo basso indica un rischio aumentato di emorragia intracerebrale

Abbiamo osservato un'associazione significativa tra bassi livelli di LDL-c e un rischio maggiore di ICH quando LDL-c è inferiore a 70 mg/dL

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Uno studio pubblicato su Neurology mostra un’associazione tra i livelli di colesterolo LDL (LDL-c) e il rischio di emorragia intracerebrale (ICH). «Abbiamo osservato un’associazione significativa tra bassi livelli di LDL-c e un rischio maggiore di ICH quando LDL-c è inferiore a 70 mg/dL» scrive la prima autrice Chaoran Ma, della Pennsylvania State University, negli Stati Uniti. Nei 9 anni di follow-up, i ricercatori hanno registrato 753 casi di ICH tra i 96.043 partecipanti, i cui livelli di LDL-c sono stati misurati ogni 2 anni. Nel gruppo di pazienti colpiti, il 24% (n=179) ha mostrato valori di LDL-c inferiore a 70 mg/dL prima dell’insorgenza della malattia. In un’analisi aggiustata, i partecipanti con LDL-c compreso tra 50 e 69 mg/dL hanno avuto un rischio di sviluppare l’ICH maggiore rispetto a coloro con livelli tra 70 e 99 mg/dL e i dati non sono cambiati quando sono stati esclusi i pazienti in terapia con anticoagulanti o farmaci per abbassare il colesterolo. Il rischio di ICH è risultato simile invece tra i partecipanti con LDL-c tra 70 e 99 mg/dL e quelli con LDL-c superiore a 100 mg/dL. Gli autori non si definiscono sorpresi dai risultati, dato che il colesterolo gioca un ruolo centrale nella struttura delle membrane cellulari e che l’LDL-c, il cui basso livello potrebbe rendere fragili gli eritrociti, è coinvolto nei pathway della coagulazione e dell’amiloide cerebrale. In caso di alto rischio di ICH, mirare a ottenere un LDL-c tra 70 e 99 mg/dL potrebbe quindi essere una strategia per bilanciare i rischi di malattie cardiovascolari con quelli ischemici e emorragici, anche se è possibile che questi varino in base a etnia, storia clinica e stile di vita. «Le strategie terapeutiche e preventive dovrebbero essere personalizzate» afferma l’autore leader Xiang Gao, il quale indica la necessità di escludere che l’LDL-c sia semplicemente un biomarcatore preclinico di ICH. «Potrebbe essere interessante valutare come i cambiamenti nei livelli di LDL-c nel tempo influenzino il rischio di ICH» commenta Pamela Rist, del Brigham & Women’s Hospital in Boston negli Stati Uniti, sottolineando però che gli autori non dicono come identificare i pazienti che potrebbero beneficiare di livelli di LDL meno stretti perché ad alto rischio di ICH. Inoltre, l’emorragia è un evento meno comune dell’ictus ischemico e quindi, come spiega Mitch Elkind, della Columbia University negli Stati Uniti, i benefici di una terapia per abbassare l’LDL-c potrebbero per ora superare i rischi.

Neurology. 2019. doi: 10.1212/WNL.0000000000007853
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/31266905

 

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