Scuola, documento Iss per la sicurezza. Ecco le precauzioni da adottare e i compiti dei medici

La necessità di riprendere le attività scolastiche è indicata da tutte le agenzie internazionali, tra le quali l'Oms, come una priorità ed è tale anche per il nostro Paese - aveva detto il presidente dell'Iss Silvio Brusaferro

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La Conferenza Unificata convocata dal ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia ha approvato all’unanimità il documento elaborato dall’Istituto Superiore di Sanità sulla gestione di casi di contagio nelle scuole. Presenti anche i ministri Speranza e Azzolina, il capo della protezione civile Borrelli e il presidente dell’Iss Brusaferro, oltre al presidente della Conferenza delle Regioni Bonaccini, dell’Anci Decaro, dell’Upi De Pascale e tra i presidenti delle Regioni Toma, Bardi e Fontana. Il documento “Indicazioni operative per la gestione di casi e focolai di SARS-CoV-2 nelle scuole e nei servizi educativi dell’infanzia”, che stabilisce tutti i comportamenti da seguire e le precauzioni da adottare a scuola nel momento in cui un alunno o un operatore si rivelino casi sospetti o positivi alCovid-19, ieri è stato condiviso nella riunione dei governatori. Oggi è prevista una riunione straordinaria della Conferenza Unificata per discutere il tema del trasporto pubblico locale in vista della riapertura della scuola.
«Il documento è il frutto di un impegno condiviso tra molte istituzioni nazionali e Regioni e Province Autonome. La necessità di riprendere le attività scolastiche è indicata da tutte le agenzie internazionali, tra le quali l’Oms, come una priorità ed è tale anche per il nostro Paese – aveva detto il presidente dell’Iss Silvio Brusaferro -. Pertanto, in una prospettiva di possibile circolazione del virus a settembre e nei prossimi mesi, è stato necessario sviluppare una strategia nazionale di risposta a eventuali casi sospetti e confermati in ambito scolastico o che abbiano ripercussioni su di esso, per affrontare le riaperture con la massima sicurezza possibile e con piani definiti per garantire la continuità».
All’interno del rapporto sono elencate le azioni da intraprendere nel caso in cui un alunno o un operatore scolastico abbia dei sintomi compatibili con il Covid-19, sia a scuola che a casa. Saranno attivati il referente scolastico, i genitori, il pediatra di libera scelta o il medico di medicina generale e il dipartimento di Prevenzione. Se un alunno manifesta la sintomatologia a scuola, le raccomandazioni prevedono che questo vada isolato in un’area apposita assistito da un adulto che indossi una mascherina chirurgica e che i genitori vengano immediatamente allertati e attivati. Una volta riportato a casa, i genitori devono contattare il pediatra di libera scelta o il medico di famiglia, che dopo avere valutato la situazione, deciderà se è necessario contattare il Dipartimento di prevenzione (DdP) per l’esecuzione del tampone. Se il test è positivo, il DdP competente condurrà le consuete indagini sull’identificazione dei contatti e valuterà le misure più appropriate da adottare tra le quali, quando necessario, l’implementazione della quarantena per i compagni di classe, gli insegnanti e gli altri soggetti che rientrano nella definizione di contatto stretto. La scuola in ogni caso deve effettuare una sanificazione straordinaria. Fra i compiti degli istituti il documento prevede anche il monitoraggio delle assenze, per individuare casi di classi con molti alunni mancanti che potrebbero essere indice di una diffusione del virus e che potrebbero necessitare di una indagine mirata da parte del DdP.
Sempre sulla riapertura delle scuole, l’ECDC (Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie) ha messo a punto un documento con precise indicazioni secondo cui lo staff deve includere anche gli infermieri scolastici. Lo cita la FNOPI, la Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche, facendo leva sull’importanza dell’infermiere scolastico. Ne parla la presidente, Barbara Mangiacavalli, che chiede «il riorientamento dell’offerta assistenziale per garantire efficaci strategie preventive e pro-attive deve garantire la ‘continuità assistenziale’. L’equilibrio si ottiene definendo nuove regole organizzative e delineando attitudini professionali, competenze trasversali degli attori del sistema. Significa mettere in campo una ‘sanità di iniziativa’ e dare il via in tutte le Regioni e in modo uniforme all’infermiere di famiglia e di comunità, perché la scuola è esempio evidente di comunità».
«Come Federazione – conclude Mangiacavalli che ha scritto una lettera al premier Conte, ai Ministri Speranza, Bonaccini e Icardi, Azzolina e al CTS – siamo a disposizione di Governo e Regioni per disegnare nuovi modelli di assistenza che vadano in questo senso e che garantiscano, grazie all’uso appropriato di tutte le professionalità, la salute e la prevenzione ai cittadini».

(Fonte Doctor 33)

 

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