Con il prediabete il rischio di decesso e malattia cardiaca è più alto

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Il prediabete si associa a un aumento del rischio di mortalità per tutte le cause e a malattie cardiovascolari e il legame è presente sia nella popolazione generale sia in pazienti con malattia cardiovascolare aterosclerotica. È ciò che afferma una meta-analisi di 129 studi, per un totale di oltre 10 milioni di individui coinvolti, pubblicato sul British Medical Journal.

Nella popolazione generale, in un follow-up mediano di 9,8 anni, il prediabete è risultato associato a un aumento del rischio di mortalità per tutte le cause e di malattie cardiovascolari rispettivamente del 13% e del 15%, ma anche a un aumento del rischio di malattia coronarica e ictus. Nel prediabete, rispetto alla normoglicemia, la differenza di rischio assoluto per la mortalità per tutte le cause è stata di 7,36 per 10.000 anni-persona, per il composito di malattie cardiovascolari di 8,75 per 10.000 anni-persona, mentre per malattia coronarica e ictus di 6,59 e 3,68 per 10.000 anni-persona. Inoltre, i risultati mostrano anche che la ridotta tolleranza al glucosio ha portato un maggior rischio mortalità per tutte le cause, malattia coronarica e ictus rispetto all’alterata glicemia a digiuno. Invece, negli individui con una storia di malattie cardiache, in un follow-up mediano di 3,2 anni, il prediabete è stato associato a un rischio maggiore del 36% di mortalità per tutte le cause, del 37% di malattie cardiovascolari. È stato osservato un maggior rischio anche di malattia coronarica, ma non di ictus. La differenza di rischio assoluto è stata di 66,19, 189,77, 40,62 e 8,54 per 10.000 anni-persona rispettivamente in caso di mortalità per tutte le cause, composito di malattie cardiovascolari, malattia coronarica e ictus. Per gli autori, che evidenziano i limiti del loro studio tra cui il fatto di non aver accesso ai dati singoli dei partecipanti, screening e corretta gestione del prediabete potrebbe contribuire alla prevenzione primaria e secondaria delle malattie cardiovascolari.

Bmj. 2020 Jul 15. doi:10.1136/bmj.m2297
https://doi.org/10.1136/bmj.m2297

 

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