Il punto sulla terapia anticoagulante. Interazioni farmacologiche ai tempi del Covid-19,

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Prevedere, prevenire e proporre. Sono queste le tre parole chiave nel trattamento del paziente scoagulato colpito da Covid-19 come spiega il professor Alberto Corsini, direttore del Dipartimento di Scienze farmacologiche e biomolecolari dell’Università degli studi di Milano, in una videointervista a Doctor33. «Per il paziente Covid in fase acuta le complicanze tromboemboliche sono un elemento critico e per questo necessita spesso di terapia anticoagulante, ma è importante evitare le complicanze a causa dell’interazione con altri farmaci».

Nella sua analisi, Corsini prende in esame quattro nuovi anticoagulanti orali diretti (apixaban, rivaroxaban, edoxaban, dabigatran etexilato). «È importante capire come prevenire il problema delle complicanze tromboemboliche nel paziente Covid in fase acuta; quelle citate sono molecole accomunate da un trasportatore a livello intestinale che modula la quota di farmaco che viene assorbito, meccanismo comune a diverse molecole. Se insieme agli anticoagulanti che vengono già assunti dai pazienti, sono usati dei farmaci che possono interferire, come ad esempio un farmaco antivirale per combattere il Covid, il paziente rischia il sanguinamento». Di fronte ai dati su diverse molecole, Corsini mostra invece che, in tutte le situazioni «con l’eparina non si verifica alcun tipo di interazione». Un esempio pratico di interazione con i farmaci antivirali viene riportato da Corsini: «A fine aprile è stato pubblicato uno studio realizzato in Italia all’ospedale di Cremona nel quale si mostra una serie di pazienti Covid nei quali è stata mantenuta la terapia a base di anticoagulanti diretti: in queste condizioni, dopo l’inizio della terapia con antivirali, si verifica una co-somministrazione. Si è notato che le concentrazioni plasmatiche degli anticoagulanti aumentano mediamente fino a sei volte. Quindi l’interazione causa una criticità importante: mantenere questi farmaci provoca un aumento delle concentrazioni plasmatiche con forte rischio di complicanze emorragiche». Corsini, nel suo approfondimento, prende in esame anche altre molecole utilizzate nella terapia anti Covid, come la clorochina o l’idrossiclorochina o l’anticorpo monoclonale tocilizumab. «ll messaggio importante è che si è compreso che il problema dell’interazione delle molecole avviene su base cinetica; fondamentale sottolineare che ora possiamo anticiparla, prevederla, prevenirla e proporre soluzioni, soprattutto nella fase acuta del paziente Covid che deve essere trattato con antivirale».

(Fonte Doctor 33)

 

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