Epatite C, risultati trapianto di fegato comparabili a quelli da organo senza infezione

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Secondo uno studio pubblicato su Liver Transplantation, i pazienti che hanno ricevuto in un trapianto un fegato da un paziente infettato dal virus dell’epatite C (Hcv) e che sono stati successivamente trattati per l’infezione non hanno mostrato differenze in fase di recupero rispetto agli individui che hanno ricevuto un organo da persone prive di infezione. «I risultati in questa analisi intermedia mostrano che è possibile utilizzare un fegato infetto e che gli esiti sono gli stessi. Tutti coloro che hanno ricevuto un fegato affetto da epatite C hanno eliminato il virus» spiega Shimul Shah, dell’University of Cincinnati College of Medicine e di UC Health, autore senior dello studio.

I ricercatori hanno arruolato 64 pazienti. Metà di essi ha ricevuto un organo da donatori risultati positivi per l’epatite C e l’altra metà da donatori risultati negativi per l’infezione. L’età media delle persone che hanno ricevuto un fegato Hcv-positivo è stata di 60 anni, mentre per il gruppo di controllo è stata di 57 anni; i donatori avevano in media 37 anni. La maggior parte dei partecipanti di entrambi i gruppi erano maschi bianchi.

Non sono stati segnalati fallimenti del trattamento dell’Hcv e non sono emerse differenze nell’innesto a 30 giorni e a un anno, nella sopravvivenza del paziente, nella durata della degenza ospedaliera, nelle complicanze o nelle infezioni del sangue tra i due gruppi.

Gli individui che hanno avuto bisogno di cure per l’epatite C, un regime di 12 settimane con un inibitore della proteasi dell’Hcv, le hanno ricevute 47 giorni dopo il trapianto, così che i medici potessero essere certi dell’assenza di complicazioni del trapianto di fegato e le compagnie assicurative coprissero il costo dei farmaci. Gli autori sottolineano che c’è una grande differenza tra la domanda e l’offerta di fegati e che in precedenza gli organi colpiti da epatite C venivano scartati. Con la crisi degli oppiacei, tuttavia, si sono verificati più decessi correlati all’overdose e alcuni pazienti positivi all’Hcv donano organi, che se fossero utilizzati sarebbero di grande aiuto per aumentare il numero dei trapianti. «Gli organi Hcv-positivi possono essere tranquillamente utilizzati in pazienti che non hanno l’infezione, e l’Hcv può essere eradicato in modo sicuro, aumentando così le possibilità per i pazienti di ricevere trapianti di organi vitali» concludono gli esperti.

Liver Transplantation 2020. Doi: 10.1002/lt.25741
https://doi.org/10.1002/lt.25741

 

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