Esiste davvero la postura perfetta?

“La postura rappresenta la posizione assunta dalle varie parti del corpo le une rispetto alle altre e rispetto all’ambiente circostante e al sistema di riferimento del campo gravitazionale.”

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Diverse sono le definizioni, le spiegazioni e le linee guida proposte in ambito scientifico riguardo il concetto di postura, quello appena enunciato è stato elaborato dal Ministero della Salute.

Nel corso degli anni sono nate diverse scuole di riabilitazione posturale i cui padri fondatori, grazie alle loro singole osservazioni, hanno dato vita alla nascita del concetto moderno di postura e della rieducazione ad essa dedicata. In ambito sanitario esistono da sempre pareri discordanti riguardo i vari approcci di lavoro, metodi e scuole di trattamento, spesso in conflitto e discordanti tra loro. Il concetto di postura ad oggi conosciuto è il frutto dell’evoluzione e dell’afferenza di diverse branche della medicina. In particolare, si occupano della postura, la gnatologia l’ortodonzia che studiano il legame del complesso cranio-cervico-mandibolare e la postura; la vestibologia, i cui deficit causano disturbi dell’equilibrio come la comune manifestazione vertiginosa e la podologia, che mette in relazione i disturbi dei recettori podalici con i “difetti posturali”, la correlazione tra un appoggio scorretto del piede e la manifestazione di un disturbo dell’intero organismo. Infine, occupa una parentesi a sé stante la vastissima famiglia della riabilitazione nelle sue diverse forme: la terapia posturale globale, l’osteopatia, la terapia mio-fasciale e molte altre ancora.

Due concetti strettamente legati tra loro sono quello di postura, intesa come posizione assunta delle varie parti del corpo nell’ambiente, e quello di equilibrio, uno stato di quiete che permetta la verticalità del corpo senza sforzi. La postura risente dello stato emotivo, dell’ansia, di gesti sportivi ripetuti nel tempo e della posizione scorretta assunta durante l’arco della giornata, le quali singolarmente o più spesso in combinazione, determinano un’alterazione della stabilità posturale.

La stabilità posturale non è costante riguardo tutto l’arco di vita, infatti subisce un processo di decadimento durante gli anni, proprio come accade al resto dell’organismo; questo processo di involuzione dipende dall’invecchiamento di diversi sistemi, in particolare del sistema nervoso e dalla modulazione che questi ha sulle informazioni sensitive (visive, vestibolari e propriocettive).

Ad oggi lo studio della postura può essere effettuato in molteplici modi, dalla semplice osservazione del corpo nei vari piani dello spazio a software di ultima generazione che permettono la quantificazione dettagliata dei dati; sarà compito del singolo professionista decidere a quali di essi affidarsi per registrare le informazioni. Al termine del processo di osservazione e valutazione, si ricaverà un piano di disfunzioni muscolo-articolari che permetteranno la formazione di un piano di lavoro.

Secondo molti studiosi della postura come F. Mèzieres e P. Souchard la muscolatura del nostro organismo si organizza in “catene”, ossia gruppi di funzionamento muscolare. Grazie alla concezione e alla visione di gruppi muscolari che si comportano come un unico muscolo, nascono scuole di terapia posturale con una visione di globalità. Le condizioni dolorose associate ad una alterazione del normale allineamento del corpo sono molto diffuse, ogni giovane o adulto che sia possiede esperienza sulla propria pelle di un fastidio alla schiena, in zona lombare o cervicale.

Fin dall’infanzia ci è stata manifestata la necessità di assumere una “postura corretta”, sia dai genitori che dagli insegnanti ma senza renderci mai conto del vero significato di questa affermazione. Data l’assenza di chiarezza relativa al concetto di postura corretta, sarebbe necessario un processo di educazione dei più giovani, affinché si raggiunga una certa conoscenza e consapevolezza del proprio corpo, delle proprie qualità e dei propri limiti, finalizzate all’applicazione di tali principi tra i banchi di scuola, durante l’attività sportiva e anche a casa davanti alla televisione.

Ogni uomo possiede una determinata struttura e assetto del corpo e, tutte le deviazioni dai normali “canoni posturali”, non sono altro che l’espressione di una rottura dell’equilibrio che prima o poi condurrà alla comparsa della sintomatologia correlata alla patologia.

La rottura dell’equilibrio posturale, non sempre si manifesta in egual modo, tanto da determinare una sintomatologia invalidante in alcuni soggetti o completa assenza di sintomi in altri. Il dolore, infatti, si può manifestare in forma acuta in alcuni individui, ma allo stesso tempo può essere cronico e latente, producendo una serie di compensi che vengono messi in atto dal corpo stesso per salvaguardarsi, ritardandone o mascherandone la sintomatologia.

Durante l’osservazione del soggetto, è fondamentale la valutazione della muscolatura, in quanto nel soggetto con dolore ingravescente è facile aspettarsi rigidità e tensione muscolare che impediscono il normale movimento alle varie articolazioni, mentre nel soggetto in assenza di sintomatologia, ci si aspetta che gode di una buona elasticità. Da quanto appena affermato, si evince l’impossibilità di individuare una postura perfetta in quanto, come affermato da F. Mézières, il cosiddetto “biotipo umano ideale”, è un modello anatomico ingegneristico di riferimento, a cui il lavoro posturale aspira; appare dunque impensabile arrivare ad un traguardo simile proprio perché l’uomo risente di genetica, abitudini quotidiane ed eventi emozionali. Il traguardo che si cerca nei percorsi di riabilitazione di questo tipo è un equilibrio che permetta di ridurre l’insorgenza del dolore e delle ripercussioni causate delle malformazioni che a lungo andare possono invalidare l’uomo.

Da quanto appena esposto emerge la necessità di descrivere un altro concetto, ossia la specificità, valutare e lavorare al singolo caso, di rendere l’approccio al paziente individuale e personalizzato, al fine di ridurre al minimo la possibilità in un futuro imminente o lontano che quelle condizioni patologiche ne possano inficiare, lo stato di salute e la qualità della vita.

 

Dottore in fisioterapia laureato presso l’Università degli studi di Napoli “Federico II” nel 2018 con una valutazione di 110 e lode, con un lavoro conclusivo riguardante la riprogrammazione muscolare nel caso di pazienti con scoliosi idiopatica nella fase di rimozione del corsetto ortopedico. Mi occupo principalmente dell’ambito ortopedico e in particolare dei disordini muscolo-scheletrici trattati con il metodo Méziéres, in cui sono specializzato.

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