Ictus, più gravi nei pazienti con Covid-19, ma meno si presentano in ospedale

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Cinque studi pubblicati su Stroke hanno analizzato la situazione dei pazienti con ictus durante la pandemia. In uno studio guidato da Shadi Yaghi, della New York University School of Medicine, i ricercatori hanno confrontato le caratteristiche cliniche dei pazienti con ictus che avevano anche Covid-19 con quelle di due coorti di pazienti con ictus ma senza infezione virale, ricoverati negli anni passati. Durante il periodo di studio, su 3.556 pazienti ricoverati in ospedale con Covid-19 grave, 32 hanno avuto un ictus ischemico. L’ictus criptogenico è risultato più comune nei pazienti con Covid-19, che tendevano a essere più giovani e più gravi rispetto ai controlli. Il tasso di mortalità tra i pazienti con ictus infettati dal coronavirus era molto elevato rispetto ai controlli (63,6% rispetto a 9,3%). Gli esperti hanno scoperto anche che un minor numero di pazienti con ictus è stato ricoverato in ospedale nel periodo di studio rispetto allo stesso periodo nel 2019, perché i pazienti con ictus e sintomi lievi rimangono probabilmente a casa.

Un minor numero di casi di ictus ricoverati è stato riportato anche in uno studio cinese condotto su 227 ospedali e diretto da Jing Zhao, della Fudan University, Shanghai. Nello studio si è osservato un calo di circa il 25% nel numero di trombolisi e trombectomie nel febbraio 2020 rispetto al febbraio 2019.
Uno studio effettuato a Barcellona, Spagna, con autore principale Salvatore Rudilosso, della University of Barcelona, ha evidenziato che la pandemia ha ridotto di un quarto il numero di ricoveri per ictus e trombectomie in un centro specializzato rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Anche in uno studio condotto a Hong Kong i ricercatori, con a capo Kay-Cheong Teo, della University of Hong Kong, hanno rilevato che i pazienti con ictus cercano trattamento in misura minore e in ritardo rispetto al medesimo periodo dell’anno scorso. Il quinto studio, dalla Francia, ha mostrato una significativa riduzione delle trombectomie e un aumento dei ritardi nell’esecuzione delle stesse durante la crisi attuale. Basile Kerleroux, del CH Sainte-Anne di Parigi e il suo gruppo di lavoro hanno confrontato le trombectomie effettuate durante un periodo di 45 giorni della pandemia con quelle effettuate nello stesso periodo di calendario nel 2019. Sono stati inclusi un totale di 1.513 pazienti in 32 centri, e i risultati hanno mostrato una riduzione del 21% delle trombectomie durante il periodo pandemico.

Stroke 2020. Doi: 10.1161/STROKEAHA.120.030335
https://doi.org/10.1161/STROKEAHA.120.030335
Stroke 2020. Doi: 10.1161/STROKEAHA.120.030225
https://doi.org/10.1161/STROKEAHA.120.030225
Stroke 2020. Doi: 10.1161/STROKEAHA.120.030329
https://doi.org/10.1161/STROKEAHA.120.030329
Stroke 2020. Doi: 10.1161/STROKEAHA.120.030105
https://doi.org/10.1161/STROKEAHA.120.030105
Stroke 2020. Doi: 10.1161/STROKEAHA.120.030373
https://doi.org/10.1161/STROKEAHA.120.030373

 

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