Metabolismo osseo e riduzione del peso

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Gli effetti di una dieta ristretta sulla composizione corporea e sulla salute muscoloscheletrica è stata, ad esempio, studiata nelle femmine di ratto obese di mezza età. Questi studi hanno evidenziato un impatto dannoso sulla matrice ossea, sul rimodellamento e sulla microstruttura con soppressione della formazione ossea e aumento del riassorbimento, probabilmente attraverso della riduzione del fattore di crescita Igf-1 della leptina, con incremento della adiponectina e dei meccanismi proinfiammatori (aumento del TNF-α).

La perdita di peso indotta dalla dieta nei pazienti obesi è accompagnata da un aumento della perdita ossea anche nell’uomo e si associa ad un aumento dei marcatori di formazione ossea (osteocalcina sierica) e riassorbimento osseo (CTX, piridinolina, deossipiridinolina) che indicano un incremento del metabolismo osseo che, se non altrimenti stimolato, è sempre a vantaggio del riassorbimento piuttosto che della rigenerazione. In uno studio che ha valutato l’assorbimento del calcio, le donne che si sottoponevano a una dieta a basso consumo energetico allo scopo di perdere peso avevano un assorbimento di calcio inferiore rispetto a quelle che si sottoponevano a una dieta per il semplice mantenimento. Gli effetti dannosi si manifestano soprattutto in color che si sottoponevano ad un regime dietetico in maniera cronica.

Infatti nelle donne in premenopausa, una riduzione del peso da lieve a moderata per un periodo di 3 mesi non sembra avere effetti dannosi sulla resistenza ossea anche dopo un periodo di mantenimento del peso di 9 mesi.

Durante un periodo di dieta, soprattutto se prolungato, è necessario, come hanno dimostrato studi sperimentali, incrementare l’assunzione di calcio e l’attività fisica. La combinazione di dieta ed esercizio fisico, soprattutto se ad alto impatto, è quindi di grande importanza, pur non essendo da solo sufficiente, per perdere peso senza influire sulla massa ossea.

Farmaci

Diversi farmaci vengono associati al trattamento dietetico. Essi, se assunti in assenza di una restrizione calorica, non influiscono sul metabolismo osseo. Va fatta eccezione per gli estratti di Tiroide che incrementando in generale il metabolismo, incrementano anche quello osseo, che come detto in precedenza, è sempre a favore del riassorbimento e non della rigenerazione con uno sbilanciamento ed una riduzione quali-quantitativa della struttura ossea. La terapia farmacologica dell’obesità, comunque, in parte è vietata, in parte strettamente regolamentata e comunque da affidare a medici esperti e se possibile evitata.

Chirurgia bariatrica

La chirurgia bariatrica porta alla perdita di peso limitando la capacità dello stomaco (procedure restrittive) o causando malassorbimento di calorie e sostanze nutritive (procedure malassorbenti), o da una combinazione di entrambi. Inoltre, le procedure bariatriche spesso causano cambiamenti ormonali che si ritiene promuovano la perdita di peso. Esistono quattro tipi principali di chirurgia bariatrica, bypass gastrico Roux-en-Y (RYGB), bendaggio gastrico laparoscopico regolabile (AGB), gastrectomia a manicotto (SG) e interruttore duodenale con diversione biliopancreatica. Queste procedure portano a risultati diversi, soprattutto per quanto riguarda la perdita di peso in eccesso media e il miglioramento delle comorbidità correlate all’obesità. I pazienti sottoposti a chirurgia bariatrica mostrano una rapida riduzione del peso corporeo per i primi 4 mesi dopo l’intervento. Si osserva una perdita di peso più lenta per il follow-up rimanente di 4 anni.

La chirurgia bariatrica è stata comunque associata ad un aumento del turnover osseo, qualsiasi sia stata la tecnica effettuata, con incremento dei marcatori di riassorbimento (CTX ad esempio)ed un rischio più elevato di frattura post-operatoria .

In pazienti sottoposti a chirurgia bariatrica (principalmente bypass gastrico, procedura malassorbente), è stato dimostrato un rischio di 2,3 volte di qualsiasi frattura. È interessante notare che non vi è alcuna correlazione tra la storia preoperatoria della frattura e il rischio di frattura post-chirurgia, indicando che il rischio più elevato non è dovuto a un rischio di base più elevato ma piuttosto all’effetto della procedura bariatrica stessa.

Le possibili spiegazioni per la chirurgia post-bariatrica di perdita ossea includono scarico, malassorbimento di calcio e vitamina D con iperparatiroidismo secondario, malassorbimento di altri nutrienti e alterazione del profilo ormonale intestinale. La perdita ossea dopo l’intervento chirurgico per l’obesità patologica potrebbe inoltre essere un adattamento dello scheletro alla riduzione del carico meccanico. Bassi livelli sierici di 25OHD e scarso assorbimento di calcio sembrano essere correlati all’iperparatiroidismo secondario osservato nelle persone sottoposte a intervento. Vi è, infati, un’associazione tra cambiamenti nei parametri dell’osso corticale e cambiamenti nel PTH post-chirurgia.

Un’integrazione adeguata per tutta la vita con calcio e vitamina D dopo procedure di riduzione chirurgica degli eccessi ponderali è estremamente importante. Inoltre, come con la perdita di peso indotta dalla dieta, è possibile attenuare la perdita ossea con l’esercizio fisico, con prevalenza di quello ad alto impatto su quello aerobico

L’aspetto fisico rappresenta oggi un importante elemento di gratificazione personale e, spesso, addirittura, un importante fattore di espressione sociale. Ciò comporta talvolta un eccessivo ricorso a diete di vario tipo per le quali, anche se sottoposte a controllo sanitario, si sottovaluta l’impatto, indipendentemente dall’età, sulla salute ossea.

 

Dott. Gianfranco Pisano Laureato in Medicina e Chirurgia all’ Università la Sapienza Roma Master in Medicina dello Sport, Università di Siena Master malattie metaboliche dell'osso, osteoporosi, Università di Firenze Master Fitoterapia, Università di Trieste e Computense di Madrid

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