Osteoporosi e le capacità propriocettive

La propriocezione (dal latino proprius, appartenere a se stesso) è definita come il senso di posizione e di movimento degli arti e del corpo che si ha indipendentemente dalla vista.

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Oltre i 70-75 anni non vi è solamente una perdita di massa ossea su cui dover agire ma anche una riduzione dell’equilibrio e delle capacità propriocettive, cioè di quelle capacità di percepire istantaneamente la propria posizione nello spazio, favorendo la possibilità di cadute che, in associazione con la minor resistenza dell’osso, portano al danno che il rischio Osteoporosi determina: l’evento fratturativo.
In queste età, pur non consigliando le attività fisiche indicate per l’età precedenti, e di assoluta importanza aggiungere esercizi che stimolino la capacità propriocettiva e quindi l’equilibrio. Esempi, non esaustivi, di questo genere di attività possono essere nuovamente il Wole body vibration training su pedana vibrante, che ha una azione oltre che sul potenziamento muscolare e sullo stimolo esercitato sugli osteociti a produrre nuovo osso, anche rimodulando le capacità di equilibrio, il ballo, che con i suoi volteggi facilita la percezione della propria posizione, ma anche attività apparentemente strane come il “Tai Chi” che, con i movimenti di coordinazione che lo caratterizzano, hanno dimostrato la capacità di ridurre le cadute e quindi una riduzione delle fratture nei soggetti più avanti con l’età.

Sostenere la prorpria schiena

Non devono mancare, tuttavia, tra le attività fisiche proprie dell’età avanzata, anche quelle che portino ad un miglioramento della funzione di sostegno della colonna, stimolando i muscoli centrali del nostro corpo.
Infatti il processo di invecchiamento provoca numerose alterazioni quali, come ho detto, la perdita della capacità di equilibrio, ma anche l’atrofia delle fibre muscolari di resistenza.
In uno studio del 2013, per la precisione una review che esamina numerosi studi sull’argomento, si mette infatti in evidenza come il “core strength training”,  possibilmente in associazione con il “Pilates exercise trainingTagmedicina, osteoporosi“, tendenti a migliorare la capacità di sostegno del tronco e la sua flessibilità, siano capaci di ridurre il numero dei soggetti con fratture da fragilità, limitandone nelle cadute.
La prescrizione dell’attività fisica, la sua durata, la sua intensità, il suo tipo, non può quindi essere genericamente raccomandata: essa varia in funzione dell’età anagrafica della persona ma anche della sua età biologica e della sua spinta motivazionale e solamente personalizzando l’intervento riabilitativo-preventivo tramite una attività fisica mirata si può raggiungere lo scopo di ridurre il rischio osteoporosi ed i danni che ne derivano, le fratture da fragilità.

In un prossimo articolo prenderemo in esame altri tipi di attività fisico-sportiva come la corsa, il camminare, il BodyPump®, il nuoto ed altri ancora.

 

Dott. Gianfranco Pisano Laureato in Medicina e Chirurgia all’ Università la Sapienza Roma Master in Medicina dello Sport, Università di Siena Master malattie metaboliche dell'osso, osteoporosi, Università di Firenze Master Fitoterapia, Università di Trieste e Computense di Madrid

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