In Italia si stima che più di 150.000 persone ogni anno si ammalino di Herpes Zoster, il virus responsabile della varicella, causa di forti dolori noti anche come ‘Fuoco di Sant’Antonio’. Il rischio aumenta con l’età, i due terzi dei casi si concentrano infatti sopra i 50 anni. Più di una persona su tre rischia di sviluppare l’infezione nel corso della vita, una persona su due sopra gli 85 anni.
Nel Piano nazionale di prevenzione vaccinale del ministero della Salute tra le vaccinazioni rilevanti per gli anziani, oltre all’imprescindibile anti-influenzale, quella contro l’Herpes Zoster è fortemente raccomandata: da questo fronte arrivano novità incoraggianti da ‘Shingrix’, il candidato vaccino di Gsk per prevenire l’infezione e le sue complicanze.
Gli studi clinici effettuati su ‘Shingrix’, infatti, hanno rilevato come il vaccino sia in grado di prevenire il virus e le sue complicanze con un’efficacia del 97% nella popolazione di età uguale o superiore ai 50 anni e del 91,3% in quella ultrasettantenne. “Il vaccino è attualmente in corso di valutazione da parte delle autorità sanitarie – spiega all’AdnKronos Salute Thomas Breuer, Senior Vice President, Chief Medical Officer Gsk, in occasione di una visita agli stabilimenti dell’azienda di produzione dei vaccini a Wavre, vicino a Bruxelles – Si prevede che poterebbe essere autorizzato all’uso in Europa all’inizio del 2018”.
Dopo i 50 anni il pericolo di avere l’Herpes zoster aumenta progressivamente per il processo di senescenza del sistema immunitario, “ed è importante rinnovare la vaccinazione – aggiunge Breuer – perché si tratta di un’infezione che spesso comporta forti dolori e disagi per chi ne è colpito”.
L’infezione provoca la formazione di arrossamenti e bolle che si localizzano spesso su un lato del corpo, seguendo il percorso di un nervo. Dopo che le lesioni cutanee si sono risolte, in circa il 30% dei casi purtroppo i pazienti vanno incontro a nevralgia post-erpetica, che induce un dolore che può permanere anche più di tre mesi. Gli studi condotti su ‘Shingrix’ hanno dimostrato la capacità del vaccino di ‘spegnere’ il ‘Fuoco di Sant’Atonio’, con un’efficacia dell’88,8% nella popolazione ‘over 70’.
L’imunizzazione dell’adulto e dell’anziano oggi rappresenta una priorità per la salute pubblica – ricordano gli esperti – Vaccinare la popolazione over 65 è fondamentale per la prevenzione di gravi malattie e limitare la circolazione di ceppi virali e batterici. Con l’invecchiamento, infatti, ‘invecchia’ anche il sistema immunitario: si tratta del fenomeno di immunosenescenza, che comporta una ridotta capacità di rigenerazione delle cellule immunitarie e una perdita progressiva della capacità di memoria immunologica in caso di contatto con agenti patogeni.
I motivi che spiegano l’importanza di una corretta immunizzazione nell’adulto e nell’anziano sono molteplici, evidenziano: nel corso degli anni con l’immunosenescenza si assiste a un declino nel numero e soprattutto nella capacità di diversificarsi dei linfociti T, con evidenti ripercussioni sulla capacità di risposta a nuovi patogeni e una compromissione della funzione di eliminazione delle cellule infette prevenendone la replicazione virale.
Ogni patogeno, inoltre, è caratterizzato dalla presenza di antigeni specifici, veri e propri ‘sistemi’ di segnalazione che possono essere riconosciuti dalle cellule difensive e quindi scatenare una risposta immunitaria. Questa risposta si fa via via sempre meno efficace con il passare del tempo. Inoltre, nell’età adulta la capacità del sistema immunitario di ricordare un’avvenuta infezione tende a sfumare progressivamente, e questo determina una maggiore difficoltà del corpo a rispondere ad un’infezione. La copertura vaccinale della popolazione anziano-adulta “è dunque fondamentale – conclude Bauer – perché con l’avanzare dell’età tutto il corpo invecchia, così come il nostro sistema immunitario. Di conseguenza diventiamo più esposti alle infezioni di ogni tipo”.