Il dibattito è apertissimo e sono sempre di più le persone che fumano l’elettronica. Però un recente studio sfida l’assunto che faccia poi così meno male.
Una ricerca pubblicata sull’ American Journal of Respiratory and Critical Care Medicine sostiene che la sigaretta elettronica attiva una risposta immunitaria che al pari delle sigarette normali può portare ad infiammazioni importanti delle vie respiratorie quali broncopneumopatia ostruttiva e asma.
Se per quanto riguarda il cancro le sigarette elettroniche contengono meno sostanze cancerogene e sono più sicure di quelle tradizionali non è altrettanto vero per le malattie infiammatorie polmonari che diventano poi croniche.
Come per le sigarette normali lo studio dimostra che vengono attivati alcuni biomarcatori come la proteina tioredossina che danno una misura dello stress ossidativo, un fenomeno che si instaura quando si rompe l’equilibrio fisiologico dell’organismo, e attivano meccanismi di difesa che di solito sono collegati con le malattie polmonari.
Si tratta del primo studio che dimostra come le sigarette elettroniche aumentano la produzione della proteina mucin 5AC collegata alla bronchiectasia, una dilatazione irreversibile di parte del bronco che ha come sintomi tosse e muco. Questa ricerca, in definitiva, sfida il concetto che passare dalle sigarette normali a quelle elettroniche sia più salutare.
Infatti la non demonizzazione della sigaretta elettronica non c’entra con l’azione irritativa dei fumi di qualunque genere essi siano ma solamente con l’assenza di prodotti di combustione e dei relativi composti cancerogeni prodotti dalla combustione stessa. E’ evidente che tra fumare e non fumare è meglio non fumare anche se il fumo è privo di composti di combustione.