Bronchiti e sindromi da raffreddamento: consigli utili

La stagione autunnale rende attualissimo il problema. Come prevenire e come curare

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Le cosiddette sindromi da raffreddamento colpiscono ogni anno e ripetutamente milioni di persone e tra queste sindromi la bronchite è una delle più importanti. Il primo presidio di prevenzione primaria adeguato a impedire che tale malattia si presenti è rappresentato dalla “vaccinazione per os” da effettuarsi assumendo i prodotti contenenti liofilizzati batterici nei mesi precedenti quelli “freddi”.

Tali dispositivi medici riducono fortemente il rischio di contrarre la malattia attraverso un rinforzo delle difese immunitarie anche di superficie (immunoglobuline A presenti sulla mucosa bronchiale).

Quando parliamo di bronchite parliamo di un insieme di sintomi come difficoltà respiratoria (dispnea), tosse, produzione di muco, senso di bruciore retrosternale. Normalmente tutti questi sintomi si presentano dopo che abbiamo contratto un banale raffreddore e non lo abbiamo curato adeguatamente.

Oggi le persone non vogliono più “dedicarsi” a sé stesse ma tendono di più a rispondere a sbagliati criteri di falsa efficienza per cui devono “mettersi in piedi” in fretta per produrre. Occorre però dire che il nostro fisico non risponde ai desideri delle persone ma risponde alle leggi della fisiologia per cui ogni disturbo ha bisogno di un adeguato tempo di convalescenza per scomparire e ridare al nostro corpo la salute.

Anche la bronchite obbedisce a questa “legge naturale”. Ergo, quando siamo colpiti da questo malanno occorre che ci mettiamo nel letto e ci curiamo. Sarebbe prudente rivolgersi, per curarsi, sempre al proprio medico di famiglia e seguirne tutti i preziosi consigli. Comunque ne diamo alcuni anche noi.

In presenza di bronchite con i sintomi elencati sopra si rende necessario migliorare la ventilazione polmonare ostacolata dalla infiammazione e dalla presenza di muco che ostruisce le vie respiratorie. Questa disostruzione la possiamo favorire, inizialmente, con semplici rimedi “della nonna”.

Tali rimedi sono rappresentati dall’aumento di idratazione (bere acqua abbondantemente), in questo modo rendiamo il catarro più fluido e meno “appiccicoso” favorendone l’espulsione attraverso la tosse.

E’ importante che la tosse, quindi, non venga soppressa con antitussigeni poiché in questo modo priveremmo il nostro corpo del più prezioso strumento che ha per espellere il catarro. Altro importante strumento oggi quasi dimenticato è alimentarsi con brodo di pollo durante il periodo di malattia. Questo rimedio apparentemente banale è stato studiato già parecchi anni fa da alcuni ricercatori di due università americane (Dr. Stephen Rennard dell’università del Nebraska ad Omaha ed un gruppo di medici del “Mount Sinai Hospital” di Miami in Florida).

Questi studi hanno verificato il potere antivirale e mucolitico del vecchio e caro brodo di pollo.

Si è laureato in Medicina e Chirurgia all'Università di Bologna nel 1990. Specializzato a Bologna nel 1994 in Medicina del Lavoro. Ha conseguito un Master in "Bioetica Generale e Clinica" nel 2006 all'Università Politecnica delle Marche di Ancona. Nel 2016 ha conseguito un Master in "Nutrizione umana" a Roma con il Prof. Eugenio del Toma. Attualmente lavora come Medico di Famiglia a Bellaria Igea Marina (RN) e come Medico del Lavoro libero professionista.

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