Malattie estive: i casi più comuni

Virus e batteri non vanno in vacanza. E durante la stagione calda, complici il mare o piscine e la vita all’aperto, il rischio di infezioni e malattie aumenta.

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Ecco i consigli e le raccomandazioni di WAidid (Associazione mondiale per le malattie infettive e i disordini immunologici) per affrontare le 5 malattie estive più comuni.

Infezioni cutanee e micosi

L’impetigine è un’infezione batterica molto contagiosa che più comunemente colpisce i bambini e causa vescicole-bolle che si risolvono nel giro di 4-8 giorni. Nelle forme più lievi e superficiali è sufficiente un trattamento locale con antisettici per ammorbidire e rimuovere le squame crostose e l’uso di antibiotici topici da applicare 2-3 volte al giorno per almeno una settimana dopo la scomparsa delle lesioni.

Il trattamento antibiotico per via orale è necessario, invece, quando le lesioni sono più estese o profonde o se il bambino è immunodepresso: in questi casi il farmaco più indicato è l’amoxicillina + acido clavulanico che deve essere sempre prescritto dal pediatra.

Le micosi da piscina sono caratterizzate da chiazze eritemato-squamose localizzate soprattutto sotto la pianta dei piedi o palmo delle mani e a livello interdigitale, sono spesso pruriginose e molto fastidiose. Il trattamento è locale con l’utilizzo di creme a base di sostanze anti-micotiche da applicare 2 volte al giorno per almeno 14 giorni.

La terapia per via sistemica va riservata a quei casi in cui c’è resistenza alla terapia locale, in cui le lesioni sono più estese o plurifocali o in caso di interessamento dei peli. E’ fondamentale prevenire tali infezioni utilizzando ciabattine in gomma da indossare sempre a bordo piscina, nella doccia e nello spogliatoio e teli, asciugamani e spazzole rigorosamente personali.

Colpi di sole e colpi di calore
Il colpo di sole è legato all’esposizione diretta ai raggi solari. Comporta un aumento della
temperatura corporea oltre i 38 gradi e può associarsi a scottature. Il colpo di calore, invece, si manifesta quando la temperatura esterna è molto alta e una persona non riesce efficacemente a disperdere calore.
Gastroenteriti, diarrea del viaggiatore e intossicazioni alimentari

Per compensare un’eventuale perdita di liquidi è importante la reidratazione per via orale. Vanno, però, evitate le bibite ad alto contenuto di zucchero come i succhi di frutta confezionati che potrebbero aggravare la diarrea. E’ raccomandabile poi non smettere di mangiare, meglio se in modo leggero, in pasti piccoli e frazionati. Quando si viaggia in zone con scarse condizioni igieniche, è importante bere solo acqua in bottiglia, non consumare verdure crude e frutta sbucciata, evitare sempre il ghiaccio.

Se non si è certi della provenienza consumare carne ben cotta; evitare cibi contaminati potenzialmente a rischio come molluschi e mitili crudi; non condividere tovaglioli, bicchieri, posate e stoviglie. Lavare sempre bene le mani con acqua e sapone o un disinfettante a base di clorexidina dopo essere stati alla toilette e prima di mangiare o manipolare del cibo.

Allergie da punture di insetto
Le punture di api e vespidi causano reazioni che variano da una semplice eruzione pomfoide ad un quadro di shock anafilattico che, sebbene raro, può mettere il soggetto in serio pericolo di vita. Devono essere tenute in seria considerazione altre punture di insetto e prevenute attraverso norme igienico-comportamentali.
Evitare l’uscita nelle ore del tramonto, utilizzare indumenti che coprano braccia e gambe, proteggersi con zanzariere ed eventuali repellenti da azionare negli ambienti o da applicare sulla pelle.

Nella maggior parte dei casi le reazioni dopo una puntura di insetto sono:

  • arrossamento, gonfiore nella zona della puntura, fastidio o dolore che si risolvono completamente in 5-10 giorni;
  • febbre e sensazione di malessere, ma destinati a scomparire abbastanza rapidamente.

In tutti questi casi è sufficiente una pomata a base di anti-istaminici e se c’è febbre e molto dolore un banale antifebbrile come paracetamolo o ibuprofene.

Nei casi di anafilassi è fondamentale un intervento terapeutico tempestivo: la somministrazione di adrenalina, così come quella di ossigeno e di fluidi per via endovenosa e l’esecuzione di accurati esami di laboratorio volti a confermare la sensibilizzazione al veleno di un determinato insetto.
Reazioni da contatto causate dalle punture di meduse e tracine
Dopo una puntura di medusa, è necessario disinfettare con acqua di mare e poi con bicarbonato, medicando, poi la parte con un gel a base di cloruro d’alluminio. Nel caso di puntura da tracina, mettere subito il piede sotto la sabbia calda o tamponare con acqua bollente, perché il calore lenisce il dolore provocato dalle tossine velenose.
Sul sito di puntura non usare ammoniaca, limone, aceto, o alcol; non strofinare o grattare perché si corre il rischio di mandare in circolo le tossine rilasciate; non utilizzare pinzette per rimuovere eventuali frammenti di tentacoli perché la lacerazione di tessuti provocherebbe la fuoriuscita di tossine; non disinfettare con acqua dolce, troppo fredda o ghiaccio.

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