Questa abitudine oltre che poco economica sembrerebbe anche decisamente dannosa soprattutto per chi è diabetico o è a rischio di diventarlo (chi soffre di sindrome metabolica).
Una ricerca condotta da un gruppo di ricercatori dell’Università di Harvard di Boston in Massachusetts ha concluso che “le persone senza malattia celiaca dovrebbero limitare il consumo di prodotti privi di glutine in un’ottica di prevenzione delle malattie croniche, soprattutto il diabete di tipo 2”. Questo in quanto molto spesso gli alimenti gluten free contengono meno nutrienti e soprattutto meno fibre.
Sono proprio le fibre che ingerite in giusta quantità nel nostro intestino controllano l’assorbimento dei carboidrati evitando di esporci, così, a dei pericolosi picchi glicemici che sono il vero rischio nella patogenesi del diabete e della obesità con tutti i conseguenti rischi cardiovascolari.
E’ da sottolineare come lo studio sia molto autorevole in quanto è stato condotto su di un gruppo di circa 200.000 persone osservate per trenta anni (lo studio è iniziato nel 1984).
Risultati di tale studio hanno osservato che chi consumava più glutine presentava il 13% in meno di rischio di contrarre diabete per cui i ricercatori hanno concluso che un regime nutrizionale che prevedesse, in persone non celiache, un apporto protratto di alimenti privi di glutine esporrebbe queste persone ad un maggiore rischio di sviluppo di diabete di tipo 2 rispetto ad un regime tradizionale con cereali non privati della parte cruscale.