Frattura da fragilità: diagnosi e farmaci

Continua il viaggio su una delle più difficoltose sfide per i Sistemi Sanitari dei paesi occidentali.

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L’approccio strumentale include la diagnostica biochimica, la diagnostica strumentale e i metodi visivi semiquantitativi. Gli strumenti diagnostici proposti per il percorso diagnostico includono le metodiche di misurazione della massa ossea, che costituisce il perno fondamentale nella diagnosi di osteoporosi e nella valutazione del rischio individuale di frattura, oltre che nel follow-up dei pazienti in terapia farmacologica (soprattutto corticosteroidi).

La  ricerca attualmente è indirizzata soprattutto allo sviluppo di nuove applicazioni della diagnostica finalizzate allo studio di parametri geometrici e microstrutturali del tessuto osseo in grado di cogliere alcune caratteristiche di rilievo della qualità dell’osso, che sfuggono alle attuali metodiche puramente quantitative.

Per la prevenzione della patologia è necessario sviluppare programmi di prevenzione primaria che promuovano il radicarsi fin dall’età evolutiva di stili di vita più corretti come l’alimentazione bilanciata, l’esecuzione di una regolare attività fisica, l’astensione dai superalcolici e dal fumo e l’uso più che moderato degli alcolici. Ad esempio la birra se bevuta con moderazione favorisce l’incremento di massa ossea.

Si calcola che un aumento del picco di massa ossea del 5% al termine dello sviluppo scheletrico, realizzabile ottimizzando gli stili alimentari e l’attività fisica degli adolescenti, si tradurrebbe in una riduzione del 30% circa degli eventi fratturativi in età senile. La prevenzione secondaria mira a una diagnosi precoce della malattia e alla stima del rischio di incappare in una frattura. La prevenzione terziaria si rivolge ai pazienti che hanno già subito una frattura e prevede un programma completo per la prevenzione di ulteriori fratture, che tenga conto nel paziente anziano della tipica complessità associata alle comorbilità e alla polifarmacoterapia.

Ruolo dei  farmaci

Tra i farmaci inibitori del riassorbimento scheletrico vi sono i bisfosfonati, considerati di prima scelta, e raloxifene, appartenente al gruppo di farmaci definiti SERM. Nei casi più gravi di osteoporosi è indicato l’utilizzo di farmaci puramente anabolici, quali il paratormone (PTH 1-84) e il teriparatide (PTH 1- 34). In Italia, la prescrizione di questi farmaci a carico del SSN è regolata dalla Nota AIFA 79 e limitata a categorie di pazienti con rischio di frattura particolarmente elevato.

Ortopedico e Traumatologo.

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