Fumo e l’esposizione prolungata ad alcune sostanze tossiche favoriscono l’insorgenza del tumore alla vescica, un problema diffuso soprattutto tra gli uomini. Ecco cosa c’è da sapere per intercettarlo precocemente.
In Italia nel 2023 le diagnosi di tumore alla vescica hanno rappresentato circa il 7% di tuti i nuovi casi di tumore (fonte Airc). È più comune tra i 60 e i 70 anni ed è quasi 4 volte più frequente negli uomini rispetto alle donne.
Ci sono alcuni fattori di rischio per il tumore alla vescica, il primo dei quali è il fumo di sigaretta. Anche l’esposizione prolungata ad alcune sostanze può favorirne l’insorgenza: si tratta delle ammine aromatiche e delle nitrosamine, utilizzate nell’industria tessile, dei coloranti, della gomma e del cuoio. È poi più a rischio chi consuma una grande quantità di fritture e di grassi. Come per altri tipi di tumore, anche nel caso della vescica c’è una predisposizione genetica per la malattia.
Il tipo più frequente di tumore alla vescica è il carcinoma a cellule di transizione o carcinoma uroteliale (il 90% dei casi). Nei due terzi dei casi sono forme superficiali, nel resto forme infiltranti. Altri tipi di cancro alla vescica sono l’adenocarcinoma e il carcinoma squamoso primitivo, molto meno frequenti.
Come riconoscere i sintomi? I segnali del tumore alla vescica sono comuni ad altre malattie dell’apparato urinario. Tra le manifestazioni più frequenti ci sono la presenza di sangue nelle urine, la sensazione di bruciore alla vescica quando si comprime l’addome, difficoltà e dolore a urinare. È anche più facile contrarre infezioni alle vie urinarie.
Al momento non esistono metodi di diagnosi precoce. Anche per questo motivo bisogna seguire abitudini di vita sane: abolire il fumo e seguire una alimentazione sana ed equilibrata. Chi è impegnato in lavori in settori che richiedono esposizioni a materiali pericolosi deve mantenersi controllato con visite periodiche. È meglio chiedere consiglio al proprio medico.
Per la diagnosi del tumore gli specialisti utilizzano una ecografia e una cistoscopia. In questo secondo caso uno strumento a fibre ottiche inserito nella vescica preleva campioni di tessuto da analizzare in laboratorio. Se il tumore è superficiale, con la cistoscopia si possono asportare anche le porzioni colpite. Le terapie oggi prevedono interventi combinati: a seconda dei casi si possono impiegare chirurgia, chemioterapia, immunoterapia, radioterapia e altre cure innovative.
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