AUTOCURA DELL’ANSIA SENZA PSICOFARMACI

La psicoterapeuta ci spiega come fare autocura dell’ansia senza psicofarmaci

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L’ansia: un fenomeno in crescita

Secondo i più recenti dati dell’OMS, oltre 260 milioni di persone nel mondo soffrono di disturbi d’ansia. In Italia, si stima che circa 1 persona su 5 ne sperimenti i sintomi in una fase della vita, con un picco tra i 18 e i 35 anni, ma in costante aumento anche tra gli adolescenti e preadolescenti.

Lo stile di vita iper performante, l’instabilità globale e l’esposizione prolungata a stimoli digitali e pressioni sociali rendono l’ansia una risposta sempre più comune — ma spesso non compresa — al senso di impotenza e sovraccarico emotivo.

L’ansia come segnale, non come nemico

L’ansia, in sé, non è patologica. È una funzione evolutiva che ci ha permesso di sopravvivere.

Tuttavia, quando diventa cronica, diffusa, e si accompagna a sintomi somatici (palpitazioni, insonnia, tensione muscolare, problemi digestivi) o cognitivi (rimuginio, difficoltà di concentrazione), richiede attenzione e cura.

Un segnale spesso frainteso

L’ansia, nell’immaginario comune, viene spesso vista come un “nemico” da combattere o eliminare il più in fretta possibile. In realtà, è una delle emozioni umane più universali e, in dosi fisiologiche, rappresenta un prezioso campanello d’allarme. Quando, però, i suoi segnali diventano persistenti, intensi e invalidanti, si parla di disturbo d’ansia.

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, i disturbi d’ansia sono tra le condizioni psicologiche più diffuse a livello globale, soprattutto tra le nuove generazioni, che si trovano a gestire carichi di incertezza sempre più elevati.

Psicofarmaci utili?

La dottoressa storce il naso quando si parla di terapia farmacologica per l’ansia. “Certo, in taluni casi, può rappresentare un supporto utile, soprattutto negli attacchi di panico o di ansia persistente e pervasiva, tuttavia, non deve essere considerata una terapia, perché non lo è! Non cura, spegne o meglio “sospende i sintomi” che in genere ricompaiono una volta che si decide di sospendere il trattamento farmacologico, non dimentichiamo che sono proprio le benzodiazepine, i farmaci ad alta frequenza prescrittiva, a causare dipendenza e dunque a rendere difficile poi il trattamento di sospensione dell’assunzione”. Gli psicofarmaci non risolvono le cause profonde dell’ansia. La psicoterapia non è una alternativa ai farmaci, bensì l’esatto opposto, dovrebbero semmai essere consigliati come integrazione alla psicoterapia.

Quali consigli darebbe, ci sono forme di Autocura?

Certo, Ecco alcuni strumenti validati dalla ricerca scientifica e dalla pratica clinica, che possono aiutare a gestire e ridurre l’ansia senza ricorrere ai farmaci”.

1. Consapevolezza e accettazione

Il primo passo è riconoscere l’ansia, senza giudizio. Spesso le persone cercano di ignorarla o “scacciarla”, ma il paradosso è che più la evitiamo, più si fa sentire. Le pratiche di mindfulness e meditazione aiutano a osservare i propri pensieri e stati d’animo con un atteggiamento di accoglienza, riducendo l’impatto emotivo.

2. Respiro consapevole e rilassamento

L’ansia altera il ritmo respiratorio, rendendolo superficiale e accelerato. Imparare tecniche di respirazione diaframmatica e rilassamento muscolare progressivo consente di attivare il sistema parasimpatico e ristabilire una condizione di calma

Molte persone cercano sollievo immediato nei farmaci ansiolitici, ma la psicoterapia offre strumenti più duraturi e trasformativi, anche attraverso percorsi di autoconsapevolezza e tecniche di autoregolazione emotiva.

3. Attività fisica regolare ed esercizi psicocorporei

L’esercizio fisico è un antidepressivo e ansiolitico naturale. Una camminata all’aria aperta, un po’ di stretching o una sessione di yoga stimolano la produzione di endorfine e aiutano a scaricare le tensioni corporee.

Le Camminate consapevoli, mindful walking, aiutano a riconnettersi al corpo e al momento presente.

4. Ristrutturazione cognitiva

Esercizio: Scrivi i tuoi pensieri ansiosi e chiediti: “Questa paura è realistica? Ho delle prove oggettive? Esistono alternative più costruttive e realistiche?”

5. Auto-compassione e accettazione

Praticare la gentilezza verso sé stessi (“Se un amico vivesse questa situazione, cosa gli direi?”) aiuta a uscire dal loop dell’autocritica.

6. Alimentazione e stile di vita

Limita il consumo di caffeina, alcol e zuccheri raffinati. Prediligi una dieta ricca di nutrienti, bevi acqua a sufficienza e cerca di rispettare i ritmi sonno-veglia. Un corpo equilibrato è la base di una mente più stabile.

7. Importanza del Respiro consapevole e attivazione vagale

Il nervo vago è un alleato naturale della calma. Respirazioni lente e profonde, il canto, il contatto con l’acqua fredda sul viso e l’oscillazione ritmica (rocking) stimolano il sistema nervoso parasimpatico e vagale.

Quando rivolgersi a uno specialista?

Se i sintomi sono gravi, persistenti e compromettono la qualità della vita, il supporto psicoterapeutico resta fondamentale. Un percorso con un professionista aiuta a comprendere le radici dell’ansia e a sviluppare strategie personalizzate.”

Non sempre servono farmaci: spesso servono tempo, presenza e gli strumenti giusti. E quando serve, uno psicoterapeuta formato può diventare il miglior alleato. E’ possibile ricorrere agli integratori o ai fiori di Bach o i fiori Australiani per ridurre i sintomi durante le prime sessioni di psicoterapia.

Molti pensieri ansiosi derivano da schemi mentali appresi, generalizzazioni o aspettative irrealistiche.

La psicoterapia aiuta a riconoscere e modificare questi schemi attraverso tecniche cognitive (CBT, terapia cognitivo-comportamentale). Tecniche come l’EMDR, la stimolazione bilaterale alternata.

Bibliografia:

Kabat-Zinn J. (1990). Full Catastrophe Living.

Palombo Ferretti F. (2023). Manuale di Psicologia in Farmacia vol.1 Ed. Bookness.

Clark, D.A., Beck, A.T. (2012). The Anxiety and Worry Workbook.

Porges, S. (2011). The Polyvagal Theory.

Van der Kolk, B. (2014). The Body Keeps the Score.

WHO (2023). Mental Health Data Reports.



Dott.ssa Fiorella Palombo
Laureata a Padova in psicologia, psicoterapeuta specializzata in cognitivo comportamentale, dopo aver fatto un percorso di crescita personale e professionale in psicoterapia analitica junghiana. Presidente ANPIF Associazione Nazionale Psicologi In Farmacia, progetto che ha fondato in Italia nel 2010 per inserire gli psicologi in farmacia. È stata cultore della materia per due insegnamenti presso l'Università degli studi di Padova per psicologia del lavoro e delle organizzazioni e deontologia professionale. È docente per la formazione professionale continua per figure sanitarie. Negli ultimi anni, si dedica anche alla ricerca per la crescita personale, in particolare nell'ambito della psicologia buddista. Organizza corsi e incontri di gruppo per la meditazione e psicologia, con tecniche di ipnosi regressiva ed è ricercatrice spirituale. È autrice di numerosi articoli e dei testi per la psicologia in farmacia. Dott.ssa Fiorella Palombo Ferretti – Psicologa, Psicoterapeuta, Docente e Ricercatrice (In arte Zahaira) La dott.ssa Fiorella Palombo Ferretti, iscritta all’Albo A degli Psicologi e degli Psicoterapeuti con n. 7980, è una professionista con oltre 20 anni di esperienza nel campo della psicologia clinica, della formazione e della ricerca. Specializzata in due scuole di psicoterapia, lavora nel suo studio privato, dove offre percorsi terapeutici mirati per adolescenti e adulti, affrontando problematiche legate all'ansia, attacchi di panico, traumi, difficoltà relazionali e crescita personale. Fondatrice e presidente al 4° mandato di ANPIF Benessere, ha creato un nuovo modello di assistenza psicologica nelle farmacie, promuovendo la figura dello psicologo in ambito sanitario. La sua attività di ricerca la vede collaborare con docenti universitari di prestigio, tra cui il professor Nicola Bragazzi, PhD, dell’Università di Toronto e Parma. Ha ricoperto ruoli di eccellenza nella psicologia scolastica per adolescenti, nella formazione professionale e nella divulgazione scientifica. Relatrice in numerosi convegni nazionali e internazionali, è stata citata in importanti testate giornalistiche per il suo contributo nel campo della psicologia e del benessere. Autrice di due libri, ha affrontato tematiche che spaziano dalla psicologia dello sport e Mental Training (La Bibbia del Culturismo) alla psicologia in farmacia, con focus sulla relazione d’aiuto tra professionisti sanitari e pazienti (Manuale di Psicologia in Farmacia). Negli ultimi 13 anni, si dedica alla crescita interiore e alla spiritualità, conducendo ritiri e incontri di gruppo basati su Mindfulness e psicologia buddhista, con esperienze significative presso l’Istituto Lama Tzong Khapa. Il suo obiettivo è rendere la psicologia accessibile e trasformativa, integrando scienza, consapevolezza e innovazione per il benessere della persona.

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