Varicocele ed infertilità di coppia

Ultimamente è stato dimostrato che la presenza di varicocele può alterare addirittura l’integrità del DNA degli spermatozoi (Frammentazione) con gravi conseguenze sulla possibilità di procreare e/o di indurre abortività durante il primo trimestre gestazionale

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Sicuramente avrete sentito parlare più volte che il VARICOCELE, la dilatazione varicosa delle vene del plesso pampiniforme del testicolo che può provocare anomalie nel liquido seminale e dello spermiogramma.

Tale condizione è molto frequente quando si rinviene un deficit nella mobilità, morfologia e numero degli spermatozoi.

Ultimamente è stato dimostrato che la presenza di varicocele può alterare addirittura l’integrità del DNA degli spermatozoi (Frammentazione) con gravi conseguenze sulla possibilità di procreare e/o di indurre abortività durante il primo trimestre gestazionale.

La causa di questa dilatazione non è conosciuta, ma sembra legata a fattori genetici e costituzionali, specialmente in soggetti che per vari motivi, soprattutto per lavoro, assumono più frequentemente la stazione eretta e vivono spesso vicino ad alte temperature oppure in coloro che eseguono facilmente sforzi addominali. Il torchio addominale infatti facilita il reflusso del sangue attraverso le vene del plesso pampiniforme del testicolo.

Il reflusso di sangue caldo proveniente dalla cavità addominale per il così detto effetto termosifone aumenta la temperatura delle gonadi maschili, alterando così la formazione degli spermatozoi.

Il varicocele d’altra parte passa spesso inosservato, perché in genere l’uomo non avverte fastidi.

La diagnosi viene eseguita quindi tardivamente, spesso in occasione del counselig di coppia per infertilità, specialmente ora che è stata abolita la visita di leva.

Così questa condizione ha molto tempo per esplicare i suoi effetti nocivi, specialmente quando la scelta riproduttiva avviene in età più avanzata.

Per questi motivi noi andrologi se diagnostichiamo il varicocele in un paziente infertile consigliamo il suo trattamento, ma come è meglio intervenire?

Le vie da scegliere sono il trattamento microchirurgico o/e a quello percutaneo endovascolare con scleroembolizzazione della vena spermatica attraverso la vena renale a Sn e la vena cava a Dx.

Entrambi i metodi sono da considerarsi validi, in quanto risparmiano i linfatici e l’arteria spermatica, nonché hanno una bassa incidenza di recidive (al massimo 3 %). L’intervento classico invece è oggi sempre e comunque sconsigliato, qualsiasi sia la via di accesso, essendo foriero di recidive (circa il 15 -20%) e di potenziale morbilità andrologica postoperatoria (idrocele per blocco linfatico, atrofie testicolari per occlusione dell’arteria).

La scelta della via da intraprendere è sicuramente determinata dalla dinamica del reflusso venoso, preferendo la via endovascolare nei casi di incontinenza venosa reno-spermatica, mentre la via microchirurgica quando il reflusso è iliaco-spermatico, se esiste un doppio distretto o/e una bilateralità della patologia, nel varicocele insorto nel monorchide e nei casi di recidiva. L’indicazione alla correzione microchirurgica del varicocele è infine indicata in tutti quei casi in cui la patologia è accompagnata ad inguinoscrotalgia, vale a dire dolore testicolare cronico.

In questi soggetti infatti giova associare alla legatura microchirurgica delle vene spermatiche anche l’intervento di avventiziectomia dell’arteria spermatica per interrompere le terminazioni nervose propriocettive che la circondano. Tale accorgimento risolve in modo radicale il dolore testicolare cronico, molto spesso associato a varie patologie andrologiche, compreso lo stesso varicocele.

• Laureato in Medicina e Chirurgia nell’Università di Bari con il massimo dei voti e la lode nel 1977; • Specializzato in Ginecologia ed Ostetricia nell’ Università di Bari con il massimo dei voti e la lode nel 1981; • Specializzato in Andrologia nell’ Università di Pisa con il massimo dei voti e la lode nel 1985; • Perfezionato in Sessuologia Clinica nell’ Università di Pisa con il massimo dei voti e la lode; • Master in Endoscopia Ginecologica Avanzata – Università di Bari; • Master in Fisiopatologia della Riproduzione Umana e Tecniche di Fecondazione Assistita presso il Dipartimento Materno Infantile dell’Università di Palermo; • Primario Idoneo di Ostetricia e Ginecologia con il massimo dei voti nel 1987; • Diplomato in “Ipnologia Clinica” presso l’Istituto “Franco Granone” di Torino • Professore di Fisiopatologia della Riproduzione Umana presso la Scuola di Specializzazione in Andrologia dell’Università di Pisa dal 1987 al 2004 e Professore di Biochimica sistematica Umana presso l’Università della Calabria dal 1999 al 2001; • Attualmente è Tutor Aziendale per le Tesi di Laurea e Docente nei Seminari Integrativi di semiologia nella Facoltà di Scienze, Corso di Laurea in Biologia, Università del Salento; • Pioniere della Procreazione Medicalmente Assistita in Italia, nel 1984 fonda in Puglia la prima Banca del Seme Italiana con autorizzazione specifica conservazione dei gameti maschili e fecondazione artificiale; • Attualmente è Direttore dei Centri Integrati di Andrologia e Fisiopatologia della Riproduzione Umana Tecnomed di Nardò e Gallipoli e Casa di Cura “Fabia Mater” di Roma dove viene praticata diagnostica all’avanguardia e ricerca scientifica nel campo delle patologie di coppia e le più moderne tecniche di procreazione assistita. • Fondatore e componente del C.E.C.O.S. ITALIA (Centri per la Conservazione degli Ovociti e Spermatozoi); • Fondatore e Consigliere Nazionale della Società Italiana della Riproduzione (S.I.d.R.); • Coordinatore del gruppo d’interesse di Medicina di Coppia della Società Italiana della Riproduzione (S.I.d.R); • Delegato Regionale dell’Associazione Ginecologi Extra Ospedalieri (AGEO) e della Società Italiana di Fitoterapia ed Integratori in Ostetricia e Ginecologia (SIFIOG); • Autore di 196 pubblicazioni scientifiche su riviste nazionali ed internazionali; • Relatore, moderatore e discussant nei principali convegni scientifici nazionali ed internazionali della disciplina che esercita.

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