Musicoterapia: la musica come strumento di cura

La musica costituisce un’esperienza universale e condivisa da tutte le culture del mondo.

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La musicoterapia è una tecnica terapeutica che impiega la musica come strumento principale per raggiungere obiettivi di cura, per interventi educativi e riabilitativi, e per promuovere il benessere. Viene utilizzata in una varietà di condizioni patologiche, soprattutto nell’ambito di disturbi neurologici e psichiatrici.

La musica costituisce un’esperienza universale e condivisa da tutte le culture del mondo. Sulla base degli studi più recenti, è stato visto come la musica coinvolga molteplici aree cerebrali e svolga alcune azioni importanti:
– supporta le funzioni cognitive del cervello;
– promuove attenzione, concentrazione, creatività, suscita ricordi ed emozioni;
– stimola il rilascio di neurotrasmettitori come la dopamina e la serotonina;
– migliora la comunicazione;
– riduce lo stress;
– è in grado di alleviare disturbi dell’umore legati a una patologia oncologica;
– viene utilizzata per il trattamento di numerose condizioni neurologiche, psichiatriche, nell’ambito neonatale e oncologico.

Il concetto di musica come strumento terapeutico era già presente in numerose civiltà del mondo antico, in cui già si credeva in uno stretto rapporto tra musica e medicina.
Nell’Antica Cina si pensava che la musica potesse portare un’armonizzazione dell’anima e apportare benefici nell’ambito della medicina. Anche l’India fornì un importanza particolare alla musica, conferendole un accezione spirituale e magica.
La musica nell’Antica Grecia veniva considerata un mezzo per fornire educazione ai giovani e per la cura delle ferite del corpo e dell’anima. Aristotele e Platone nelle loro opere hanno enfatizzato il ruolo curativo della musica e anche il suo potere persuasivo nei confronti dei cittadini, un potente strumento per trasmettere moralità, coraggio e temperanza.
Il concetto di musicoterapia come disciplina scientifica si sviluppa solo nel XVIII secolo. A partire dal 1843 furono condotti i primi esperimenti di musicoterapia a cura dello psichiatra Biagio Gioacchino Miraglia. Miraglia divenne Direttore dell’Ospedale Psichiatrico di Aversa (NA) e mise in atto un contributo innovativo in psichiatria: proibì l’uso di mezzi coercitivi preferendo ad essi l’impiego della musicoterapia.

Oggi la musicoterapia è riconosciuta come una disciplina con basi scientifiche, che può essere utilizzata da professionisti sanitari dopo una formazione specializzata Si applica attraverso due metodologie diverse: la musicoterapia attiva e passiva (o ricettiva).
Nella musicoterapia attiva è il paziente a produrre la musica con l’utilizzo degli strumenti musicali o attraverso la voce, e questo sistema consente la libera espressione delle sue emozioni e migliora la comunicazione.
Nella musicoterapia passiva, o ricettiva, è legata invece all’ascolto di brani musicali scelti dal terapeuta.
Un principio fondamentale della musicoterapia è la partecipazione del paziente nel processo terapeutico e la relazione di fiducia che deve instaurarsi tra il terapeuta e il paziente.

I primi impieghi della musicoterapia erano applicati all’interno del manicomio, per alleviare i sintomi dei pazienti psichiatrici. Il suo uso nel corso degli anni è stato supportato sempre di più da numerosi studi scientifici, e si estende attualmente a diverse condizioni cliniche:
Demenza e Morbo di Alzheimer: nei pazienti con demenza senile l’impiego della musicoterapia ha migliorato notevolmente i sintomi neuropsichiatrici. Anche nel morbo di Alzheimer, la musicoterapia sembra costituire una terapia valida ad alleviare alcuni sintomi legati al tono dell’umore.
Depressione e altri disturbi dell’umore: la musicoterapia agisce sul sistema limbico del cervello (area del cervello responsabile della regolazione dell’umore e dell’autocoscienza) e nel paziente con depressione allevia le situazioni di stress e le emozioni negative, favorendo lo sviluppo di auto-consapevolezza. La stimolazione uditiva tramite la musica inoltre attiva la secrezione di serotonina e dunque ha un importante impatto sull’umore.
– Schizofrenia e disturbi psicotici: l’impiego della musicoterapia in disturbi psicotici e nella schizofrenia prevede sempre una terapia personalizzata alla gravità del disturbo del paziente. Sembra avere effetti benefici soprattutto sui disturbi del sonno in pazienti con schizofrenia, e migliora le loro interazioni sociali, riducendo i sintomi negativi.
Disturbo da deficit di attenzione e iperattività (ADHD): i bambini e gli adolescenti con ADHD reagiscono in modo più sensibile alle situazioni di stress della vita quotidiana. Quando viene applicata la musicoterapia in questi pazienti, essi riescono a proiettare la tensione e l’ansia nella musica. Le emozioni spiacevoli vengono convertite in emozioni più positive attraverso la musicoterapia, e in pazienti con ADHD è stato visto come i livelli di depressione risultavano più bassi dopo l’impiego della musicoterapia.
Disturbi dello Spettro Autistico: la musicoterapia può aiutare i bambini con disturbi dello spettro autistico a migliorare la comunicazione verbale e non verbale, le interazioni sociali, e la consapevolezza delle proprie emozioni.
Gravidanza e depressione post-partum: la musicoterapia contribuisce in modo significativo alla salute mentale anche durante la gravidanza e dopo il parto, prevenendo i sintomi della depressione.
Neonato prematuro: il neonato prematuro è molto sensibile a qualsiasi stress esterno e il suo organismo non è ancora correttamente sviluppato come un neonato nato a termine. La musicoterapia nel neonato prematuro può migliorare efficacemente la frequenza cardiaca, la frequenza respiratoria, e attenua i livelli di stress. La musicoterapia può essere applicata anche in terapia intensiva neonatale, poiché costituisce un metodo terapeutico non invasivo e migliora la qualità di vita del neonato prematuro.
Paralisi cerebrali: la musicoterapia costituisce uno strumento utile nella riabilitazione di queste condizioni cliniche, anche in età infantile, e i suoi effetti positivi possono persistere anche dopo il trattamento.
Patologie oncologiche: alcuni studi hanno evidenziato come la musicoterapia sia efficace nel ridurre il dolore e l’ansia in pazienti oncologici, anche durante il trattamento di chemioterapia.

La musicoterapia è riconosciuta in Italia, sulla base della legge 4/2013, nell’ambito delle discipline artistiche e formative. Il musicoterapeuta applica tale disciplina in strutture sanitarie, socio-sanitarie e scolastiche. La musicoterapia viene sempre personalizzata sulla base della persona presa in carico, e avvalendosi delle basi scientifiche di riferimento.
È uno strumento terapeutico utilizzato come terapia complementare in numerosi ambiti della medicina, e gli studi continuano a essere condotti ogni anno.

Fonti (Ricerche Pubmed)
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Infermiera iscritta all'Ordine delle Professioni Infermieristiche di Napoli dal 26/05/2021. Ha maturato esperienza professionale come infermiera attraverso il tirocinio clinicouniversitario, presso il servizio 118, in Residenze Sanitarie Assistenziali, in un laboratoriodi analisi cliniche e attraverso l'assistenza infermieristica domiciliare. Ha proseguito gli studi con un master di I livello nell'ambito della salute mentale

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