Minerali essenziali: supporto fondamentale per il sistema immunitario

L'integrazione di minerali contribuisce in caso di necessità a rafforzare la risposta immunitaria dell’organismo

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Negli ultimi due anni la pandemia ha accentuato l’interesse verso il benessere, in particolare quando si considera la funzione immunitaria e la prevenzione delle infezioni. Secondo la campagna di Integratori Italia e Unione Nazionale Consumatori l’attenzione verso l’integrazione di micronutrienti è cresciuta di pari passo. Le iniziative di comunicazione via social delle due organizzazioni, focalizzate sul corretto utilizzo degli integratori alimentari sono state molto seguite, secondo i numeri delle visualizzazioni di videografiche educative e della lettura di articoli di approfondimento presenti sui rispettivi portali.

Genesi della risposta immunitaria e processi infiammatori

Fra i temi che hanno avuto maggior seguito, anche l’integrazione di minerali e il loro ruolo nella genesi della risposta immunitaria attraverso l’intervento nei processi infiammatori. La reazione infiammatoria è alla base della risposta del sistema di difesa. Ha una doppia valenza (sebbene i meccanismi non siano ancora del tutto chiariti): in una fase iniziale infatti viene stimolata una risposta a carico di mediatori proinfiammatori che portano nella sede dell’infiammazione, liquidi e cellule immunitarie, che a loro volta si attivano producendo mediatori; questi fenomeni vengono quindi “spenti” grazie all’intervento successivo di sostanze ad azione antinfiammatoria che hanno un ruolo importante anche nel riparare le lesioni provocate dall’infezione e nell’aiutare la successiva ripresa dell’omeostasi dei processi metabolici e del sistema immunitario stesso (Poli, 2021). L’importanza dei fattori nutritivi in generale, e in particolare di alcuni micronutrienti, per garantire una funzione ottimale del sistema immunitario nelle diverse fasi della vita ha in letteratura una serie di evidenze solide, sebbene molti meccanismi vadano ancora chiariti. La dieta è fra i fattori variabili che possono intervenire sullo stato di salute ma la supplementazione rimane uno strumento a cui ricorrere, valutando singolarmente i vari casi, a supporto di condizioni critiche. Le carenze di micronutrienti minerali essenziali fra cui zinco, ferro e selenio possono influire negativamente su aspetti dell’immunità innata e adattativa, aumentando la vulnerabilità alle infezioni e alle malattie, in funzione delle diverse età.

Zinco, effetti della carenza

Lo zinco (presente in crostacei, carne, formaggio, alcuni semi, cereali integrali) interviene nel normale sviluppo e funzione di neutrofili, macrofagi e cellule natural killer (risposta innata) e linfociti B e linfociti T (risposta adattiva). Anche una carenza marginale può avere effetti negativi: ridotta formazione, attivazione e maturazione dei linfociti, disturbo della comunicazione intercellulare tramite le citochine e indebolimento delle difese innate dell’ospite. Nei bambini con carenza di zinco sono state osservate con più frequenza sindromi diarroiche e respiratorie.

Ferro, le fonti alimentari

I dati disponibili condotti su modelli sperimentali animali e cellulari (Efsa, 2009) dimostrano come la carenza di ferro sfavorisce la corretta risposta immunitaria mediata da cellule tra cui neutrofili e cellule T. Nell’uomo sembra confermato che alteri anche l’equilibrio tra citochine antinfiammatorie e pro-infiammatorie e diminuisca il numero di cellule T-helper e T citotossiche, (FAO/WHO, 2004; EFSA 2006). Nei bambini, anche fino ai 3 anni di età, sembra riconosciuto il rapporto causa-effetto tra l’apporto nutrizionale di ferro e il contributo alla normale funzione del sistema immunitario. Fonti alimentari di ferro sono carne, fegato, fagioli, noci, frutta secca, cereali integrali o fortificati, vegetali a foglia verde.

Selenio, carenza connessa ad aumento di virulenza dei virus

Il selenio che si ritrova in pesce, crostacei, carne, uova, noci brasiliane è fondamentale per la funzione degli enzimi selenio-dipendenti, per esempio, la glutatione-perossidasi che regola le reazioni di ossido-riduzione e quelle antiossidanti a livello cellulare (attraverso l’ossidazione di molecole organiche riducenti). Per quanto riguarda questo minerale i dati ottenuti da studi su modelli animali e da studi epidemiologici, sembrano indicare che la carenza di selenio, specie se combinata con quella di vitamina E, può in qualche modo aumentare la virulenza di alcuni ceppi virali. In generale quindi un livello non adeguato nella popolazione, favorendo la comparsa di ceppi virali più patogeni, aumenta i rischi associati alle malattie corrispondenti. I dati disponibili, tuttavia, richiedono ulteriori approfondimenti visto che l’effetto sembra dipendere anche dalla forma chimica con cui l’elemento viene somministrato.

Fonte Farmacista 33

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