Miocardite dopo vaccino anti-Covid-19, chi colpisce e quanto è grave

La miocardite sembra avere comunque una durata inferiore rispetto a quella che si presenta a seguito di un'infezione virale, e spesso si risolve con la sola assunzione di antinfiammatori.

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Dall’analisi dei casi di miocardite segnalati negli Stati Uniti a seguito della vaccinazione contro il SARS-CoV-2 con un vaccino a mRNA, è emerso che il rischio di incorrere in questo effetto collaterale è maggiore negli adolescenti maschi e nei giovani uomini, soprattutto dopo la seconda dose.

La miocardite sembra avere comunque una durata inferiore rispetto a quella che si presenta a seguito di un’infezione virale, e spesso si risolve con la sola assunzione di antinfiammatori.
Come riportato in uno studio pubblicato su JAMA, su un totale di oltre 354 milioni di dosi del vaccino Pfizer-BioNTech o Moderna, somministrate a oltre 192 milioni di persone, le miocarditi segnalate al Vaccine Adverse Event Reporting System sono state 1.991. Di queste, 1.626 rientravano nella definizione di caso di miocardite probabile o confermato del Centers for Disease Control and Prevention. Si è visto che l’età media delle persone colpite era 21 anni e la maggior parte (73%) delle miocarditi si è verificata in giovani con meno di 30 anni. L’effetto collaterale ha riguardato soprattutto gli uomini, che rappresentavano l’82% degli individui interessati, e nella stragrande maggioranza (82%) è insorto dopo la seconda dose di vaccino, prevalentemente entro 7 giorni e con un tempo mediano di insorgenza dei sintomi di 2 giorni. Tra i più colpiti dopo la seconda dose c’erano i maschi di 12-15 anni (con un tasso di miocardite pari a 70,73 per milione di dosi del vaccino Pfizer-BioNTech), tra quelli di 16-17 anni (105,86 per milione di dosi del vaccino Pfizer-BioNTech) e di 18-24 anni (52,43 e 56,31 per milione di dosi del vaccino Pfizer-BioNTech e del vaccino Moderna, rispettivamente).
Tra i sintomi riferiti nelle persone con meno di 30 anni, vi erano per lo più malessere, pressione o dolore al petto, ma anche dispnea o respiro corto. Tra i 676 casi di cui si disponeva di dati sul trattamento, l’87% ha ricevuto farmaci antinfiammatori non steroidei e il 12% glucocorticoidi e immunoglobuline per via endovenosa. Per 12 casi è stato necessario ricorrere a medicinali vasoattivi e in 2 si è arrivati all’intubazione o alla ventilazione meccanica. Comunque, quando lo studio si è concluso, il 98% dei ricoverati in ospedale era stato dimesso. Inoltre, alla dimissione i sintomi si erano risolti per l’87% dei pazienti.

Gli autori ricordano come, al contrario delle miocarditi insorte dopo un vaccino, i tipici casi di miocardite virale possono avere un decorso clinico più variabile. «Per esempio, fino al 6% dei tipici casi di miocardite negli adolescenti richiede un trapianto di cuore o provoca il decesso» ricordano.

JAMA 2022. Doi: 10.1001/jama.2021.24110.
https://doi.org/10.1001/jama.2021.24110

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