Ristabilire l’equilibrio del microbiota intestinale. Ecco come fare

Il ruolo del microbiota intestinale è cruciale per la salute e i studi più recenti mirano a valutare gli effetti di immunomodulazione e antinfiammazione dei postbiotici, anche contro SARS-CoV-2

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Di tutta la comunità di microrganismi che vivono sulla nostra pelle e sui tessuti delle mucose (batteri, lieviti, funghi, archea, protozoi e virus), quella intestinale interviene in particolare, nella regolazione del metabolismo, nei fenomeni immunitari, nell’assorbimento dei nutrienti. Il ruolo del microbiota intestinale è cruciale per la salute. Fenomeni di disbiosi, cioè di un disequilibrio che può essere indotto da diversi fattori quali la dieta, l’uso di antibiotici o infezioni, possono essere responsabili di alterazioni del funzionamento di tutto il sistema gastro-intestinale (es. steatosi epatica fino allo stadio di cirrosi epatica, malattie intestinali infiammatorie, sindrome dell’intestino irritabile, celiachia e tumori gastrointestinali), ma anche di patologie che interessano altri distretti (obesità, malattie atopiche e autoimmuni, autismo e sclerosi sistemica).

Dieta e alimenti prebiotici e probiotici

Fra le principali misure per ristabilire l’equilibrio del microbiota intestinale oltre ad un corretto intervento dietetico, è utilizzata anche l’integrazione con alimenti prebiotici (componenti alimentari quali oligosaccaridi del latte umano, lattulosio, frutto-oligosaccaridi e inulina) e probiotici. Per quanto riguarda i prebiotici, per valutare lo schema ottimale di somministrazione critiche sono la determinazione della dose e la durata del trattamento; mentre, secondo una recente analisi dei dati di letteratura l’evidenza emergente mostra come in particolare l’uso di organismi viventi, vale a dire i probiotici, non esclude la possibilità che nel tempo si sviluppino forme di virulenza e resistenza agli antibiotici (Deniali et al., 2020).

Postbiotici, modulatori del microbiota intestinale

L’attenzione oggi si sta dirigendo verso l’uso di modulatori del microbiota intestinale con un maggior profilo di sicurezza, ma ugualmente efficaci (Kiewicz et al, 2020). Si tratta dei postbiotici, un ampio gruppo di sostanze di origine batterica o fungina, con un effetto benefico sull’ospite: surnatanti privi di cellule, esopolisaccaridi, enzimi, frammenti di parete cellulare, acidi grassi a catena corta (SCFAs) prodotti dal metabolismo batterico, lisati batterici e metaboliti del microbiota intestinale. Si pensa possano avere diversi effetti, alcuni dei quali osservati in vitro.
Immunomodulazione ed effetto anticancro: in particolare il propionato fra gli SCFAs sembrerebbe in grado di indurre selettivamente l’apoptosi nelle cellule del cancro gastrico.
Effetti contro le infezioni: i postbiotici si legano ai recettori dei batteri patogeni, modificando l’espressione dei geni e modulando le componenti ambientali dell’ospite. Dati preclinici mostrano che l’assunzione giornaliera di L. paracasei postbiotico, in un gruppo di bambini di 12-48 mesi, porta a una riduzione dell’incidenza di diarrea (Nocerino et al., 2017), gastroenterite acuta, faringite, laringite e tracheite (Malagón-Rojas et al, 2020).
Modulazione del metabolismo ed effetti anti aterisclerotici: i postbiotici possono regolare il metabolismo dei lipidi con una significativa riduzione del rischio cardiovascolare e malattie correlate. Il propionato ha infatti un effetto “simile” alle statine (simile ai nutraceutici, ad es. curcumina, K-monacolina).
Effetto detossificante: l’autofagia è un processo auto-degradativo, che “pulisce” le cellule in risposta a vari stimoli di stress (per esempio quelli dovuti ad una alimentazione errata). Questa azione è attribuita a certi peptidoglicani batterici mentre i postbiotici di L. fermentum innescano un’azione di protezione verso fenomeni di tossicità epatica.
Utilizzo in functional food (FF): uno dei principali vantaggi dell’arricchimento di FF con postbiotici è l’immunostimolazione dell’ospite. Ad esempio, la frazione priva di cellule del latte fermentato è in grado di prevenire l’infezione da Salmonella nei topi. Postbiotici da B. breve e S. thermophilus sono attualmente utilizzati nella produzione di latte modificato, per ottenere una riduzione duratura dell’incidenza delle intolleranze alimentari e/o allergie respiratorie nei primi mesi di vita dei bambini. Infine, rispetto agli sviluppi futuri oggi allo studio, si ipotizzano effetti utili nella lotta a SARS-CoV-2. La modulazione del microbiota intestinale con i probiotici, infatti, sembra influenzare la tempesta infiammatoria che si sviluppa nell’infezione COVID-19 (Spagnolello et al., 2021). Quindi, la rimodulazione tramite questi composti può essere cruciale nella prevenzione dell’infezione da SARS-CoV-2 nelle persone predisposte o nell’espressione di forme più lievi della malattia (Todorov et al., 2021). Analogamente ai probiotici, i postbiotici potrebbero direttamente inibire la replicazione di SARS-CoV-2. In uno studio in vitro e di simulazione computazionale (in silico) di Rather et al., un estratto da L. plantarum Probio-88 (P88-CFS) è stato in grado di inibire significativamente la replicazione di SARS-CoV-2; mentre, le cellule trattate con P88-CFS hanno mostrato una significativa riduzione delle citochine infiammatorie (Rather et al., 2021).

Fonti

Int. J. Environ. Res. Public Health 2022, 19, 37
Drug Metab. Toxicol. 2020, 16, 1207-1215
Nutrients 2020
Clin. Nutr. 2017, 36, 118-125.
Nutrients 2020, 12, 389.
Chemotherapy 2021, 66, 24-32.
Proteins 2021, 13, 1499-1507.
Vaccines 2021, 9, 1067.

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