Spegnere l’infiammazione con estratti di Genziana: ecco le sue proprietà

Anticamente per migliorare lo stato infiammatorio, le erbe somministrate sotto forma di infusi erano l'unica soluzione. Le proprietà della Genziana

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L’infiammazione è un processo patologico estremamente complesso che coinvolge un meccanismo strettamente regolato e diverse sostanze come proteine ed enzimi. Anticamente, per migliorare lo stato infiammatorio, le erbe, somministrate solitamente sotto forma di infusi, erano l’unica soluzione. I prodotti naturali hanno sempre svolto un ruolo importante nello sviluppo di nuove sostanze, come riportato in uno studio che evidenzia che i prodotti naturali hanno contribuito al 65% del totale dei farmaci approvati per il trattamento delle malattie umane.

Proprietà antinfiammatorie e antitumorali della genziana

La Gentiana lutea è una specie ben nota con una lunga storia di utilizzo terapeutico in molti paesi, soprattutto per le sue proprietà antisettiche e antinfiammatorie. Le parti sotterranee essiccate della genziana (radice e rizoma) sono ricche di metaboliti secondari come secoiridoidi, iridoidi, triterpenoidi, flavonoidi e xantoni. Le classi di secoiridoidi e iridoidi comprendono la maggior parte dei composti isolati (gentisina, isogentisina, gentioside, gentiopicroside, gentiopicrina, swertiamarina, sweroside, amarogentina e acido loganico) considerati i componenti responsabili delle sue proprietà medicinali. L’infusione delle radici nell’alcol produce un liquore amaro tipico dell’Abruzzo e delle regioni alpine. La qualità della radice di genziana viene determinata valutando la quantità di principio amaro più importante, il gentiopicroside. La radice ha effetti antimicrobici, antitubercolari, cicatrizzanti, gastroprotettivi e neuritogeni, oltre ad essere utilizzata anche come stimolanti del sistema nervoso centrale. Un recentissimo lavoro chiarisce le proprietà antinfiammatorie e antitumorali di due metaboliti secondari: l’acido loganico e il gentiopicroside estratti da G. lutea, utilizzando metodologie sia in silico sia in vitro. Dopo la fase di estrazione e caratterizzazione dei metaboliti è stato applicato un protocollo computazionale d’avanguardia al fine di individuare ed evidenziare, tra un ampio pool di proteine ​​coinvolte nell’infiammazione e nel cancro, potenziali partner proteici per i suddetti metaboliti.

I risultati degli studi in vitro

È stato interessante notare che alcune proteine tra le più importanti sono state partener comuni; in particolare, l’alfa 1-antichimotripsina, la prostaglandina H2 sintasi (COX-2) e l’alfa 1 glicoproteina acida sono risultate le più promettenti. L’interazione prevista con le ciclossigenasi, da cui derivano i mediatori dell’infiammazione della fase acuta, è stata di particolare interesse. Considerando l’affinità di legame prevista e il modello di interazione con gli amminoacidi chiave mostrati da entrambi i composti, l’effetto del trattamento con i due metaboliti è stato valutato in vitro. In particolare, è stata valutata l’espressione dei due principali enzimi proinfiammatori, COX-2 e iNOS. I dati dello studio hanno evidenziato un effetto protettivo significativo di entrambi i composti, anche alla dose più bassa, suggerendo una forte attività antinfiammatoria in vitro. I risultati in vitro hanno dunque supportato le previsioni in silico, l’espressione della COX-2 era visibilmente ridotta. I risultati riportati in questo lavoro mostrano l’effetto antinfiammatorio dell’acido loganico e del gentiopicroside, soprattutto grazie alla loro capacità di inibire la ciclossigenasi, l’enzima che gioca un ruolo importante nel processo di morte cellulare e, quindi, nello sviluppo dei tumori. L’approccio combinato in silico/in vitro sembra inoltre condurre ad una rapida valutazione del profilo biologico dei metaboliti secondari bioattivi.

 

Fonti

Biomolecules. 2021;11(10):1490. Published 2021 Oct 9.

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