Infezioni sessualmente trasferibili

Ogni giorno in tutto il mondo vengono contratte più di 1 milione di infezioni a trasmissione sessuale

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Le infezioni sessualmente trasmesse (IST) costituiscono un vasto gruppo di malattie infettive molto diffuse in tutto il mondo che possono essere causa di sintomi acuti, infezioni croniche e gravi complicanze a lungo termine per milioni di persone ogni anno e le cui cure assorbono ingenti risorse economiche.
I giovani tra 15 e i 24 anni rappresentano la fascia di età molto più esposta allo sviluppo di queste patologie.

Qualche dato

L’incidenza delle IST nel mondo è in continuo aumento, grazie anche alla maggiore mobilità e all’aumentata tendenza ad avere rapporti sessuali con più partners.

Ogni giorno in tutto il mondo vengono contratte più di 1 milione di infezioni a trasmissione sessuale
Ogni anno, sono circa 376 milioni le nuove infezioni, di cui 1 su 4 è una malattia sessualmente trasmessa: clamidia, gonorrea, sifilide e tricomoniasi
Si stima che oltre 500 milioni di persone abbiano un’infezione genitale da virus herpes simplex (HSV)
Più di 290 milioni di donne presentano un’infezione da papillomavirus umano (HPV)
La maggior parte delle IST non presenta sintomi o presenta solo sintomi lievi che potrebbero non essere riconosciuti come IST.
Le malattie sessualmente trasmissibili come l’HSV di tipo 2 e la sifilide possono aumentare il rischio di acquisizione dell’HIV
988.000 donne in gravidanza erano affette da sifilide nel 2016, con oltre 350.000 esiti avversi alla nascita, inclusi 200.000 nati morti e morti neonatali
In alcuni casi, le malattie sessualmente trasmissibili possono avere gravi conseguenze sulla salute riproduttiva oltre l’impatto immediato dell’infezione stessa (ad es. infertilità o trasmissione da madre a figlio)Il contagio avviene durante rapporti sessuali di varia natura (genitale, oro-peniena, oro-vaginale, anale) con contatto diretto di liquidi infetti, come sperma, secrezioni vaginali e sangue perduto da piccole lesioni. Particolarmente rischioso è il coito anale, spesso responsabile di modeste lacerazioni che diventano porte d’ingresso per i germi. Per quanto riguarda il petting sussiste un certo rischio di trasmissione in caso di contatto dei genitali od eiaculazione in prossimità di essi.

Alcuni microorganismi responsabili di specifiche malattie veneree vengono invece trasmessi con una certa frequenza sia per via sessuale che per via parenterale; è il caso, ad esempio, dell’AIDS e del virus dell’epatite B, entrambi comuni in alcune categorie di tossicodipendenti. Oltre che per lo scambio di siringhe, queste malattie veneree possono essere trasmesse anche tramite l’uso promiscuo di rasoi od oggetti da taglio non ben sterilizzati (ad esempio per interventi chirurgici o tatuaggi).

Altri microorganismi riconoscono modalità di contagio prevalentemente non sessuali; è il caso, ad esempio, del virus dell’epatite A, dei batteri Shigella, Campylobacter e Salmonella, nonché dei parassiti Giardia lamblia e Cryptosporidium, tutti trasmessi prevalentemente per via oro fecale (ingestione di alimenti contaminati), ma anche durante rapporti sessuali di natura oro-anale e genito-anale (inclusa la condivisione di giocattoli sessuali non adeguatamente sterilizzati o protetti da un preservativo). Il Cytomegalovirus e l’Epstein barr virus possono essere trasmessi sia attraverso contatti sessuali che tramite un semplice bacio (la saliva è un veicolo di infezione).

Fattori di rischio

Le probabilità di contrarre una malattia venerea dipendono da numerosi fattori. I principali elementi di rischio sono rappresentati da particolari abitudini sessuali, come il mancato utilizzo di metodi protettivi di barriera (il profilattico), i rapporti non protetti con persone a rischio, l’elevato numero di partner, i rapporti sessuali occasionali, il turismo sessuale ed i rapporti con un partner che ne ha avuti molti altri (anche quando appare perfettamente sano). Non sorprende, dunque, che le malattie veneree siano più comuni tra i gruppi di popolazione maggiormente esposti a comportamenti sessuali rischiosi. E’ il caso, ad esempio, degli adolescenti, dei giovani adulti, dei maschi omosessuali, di alcune minoranze etniche e di chi è dedito alla prostituzione.

Alcuni soggetti mostrano un’innata predisposizione biologica alle malattie veneree; è il caso, ad esempio, delle donne rispetto agli uomini, dei pazienti con deficienze immunitarie (come i sieropositivi) o di quelli con tessuti genitali ancora immaturi e più recettivi come gli adolescenti. Per quanto detto, anche un organismo debilitato dall’uso di antibiotici, cortisonici o da altre infezioni sessualmente trasmissibili, è maggiormente esposto alle malattie veneree. Anche la gravidanza ed un’igiene intima insufficiente od eccessiva aumentano la suscettibilità a questo tipo di malattie. L’esempio più noto è dato dalla candida che – normalmente presente in varie mucose dell’organismo (bocca, vagina, apparato digerente) – si può sviluppare in modo anomalo e provocare infezioni sintomatiche quando le difese immunitarie non funzionano a dovere. Rapporti sessuali frequenti e non protetti possono aumentare il rischio di vaginosi anche per l’innalzamento del pH vaginale causato dalla basicità dello sperma (vedi alterazioni della flora vaginale). Infine vi sono dei fattori comportamentali, quali la tossicodipendenza e l’alcolismo, che moltiplicano le infezioni ad alto rischio e riducono la capacità di proteggersi.

Norme generali di prevenzione delle malattie veneree

Usare costantemente il preservativo durante ogni rapporto vaginale, orale od anale con un partner non abituale, indipendentemente dall’utilizzo o meno di altre forme di contraccezione (pillola, IUD o diaframma).
Limitare il numero di partner sessuali.
Recarsi prontamente dal medico appena compaiono sintomi riferibili ad una malattia venerea o sussista anche il minimo sospetto di infezione dopo rapporto sessuale a rischio. Allo stesso tempo, informare il partner della propria infezione genitale ed indirizzarlo ad un consulto medico.
Durante l’eventuale trattamento è fondamentale evitare rapporti sessuali non protetti, anche in assenza di sintomatologia.
Eseguire uno screening per malattie veneree annualmente, specie in caso di nuovo partner sessuale.

Medico Specialista dal 2009 in Dermatologia e Malattie Veneree presso l'Università di Roma Tor Vergata. Ha lavorato presso diverse cliniche e poliambulatori a Catania, Roma e Milano che si occupavano di Dermatologia clinica ad ampio spettro e chirurgica . Ha Lavorato presso L'Asl di Milano per 6 anni come Specialista ambulatoriale e presso il più grosso centro di malattie Sessualmente trasmissibili della città di Milano (Viale Jenner). Attualmente lavora come dermatologo ambulatoriale presso AUSL Romagna e diversi centri zona. Si occupa anche di medicina estetica. Tra la dermatologia ad ampio spettro include: -Dermatologia generale -Malattie sessualmente trasmissibili -Psoriasi -Controllo nei in epiluminescenza e prevenzione del melanoma -Oncologia Dermatologica -Piccola chirurgia con Laser e Elettrobisturi per rimozione verruche, cheratosi , fibromi, angiomi, molluschi ecc -Dermatologia pediatrica -Dermatologia allergologica -Acne e trattamenti annessi -Patologie ungueali -Tricologia

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