Covid-19 e variante Delta, infettati vaccinati e non hanno stessa carica virale. Lo studio del Bmj

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La diffusione della variante Delta minaccia le strategie vaccinali che mirano all’immunità di gregge contro il Sars-cov-2. Tra i vaccinati e non vaccinati che sviluppano l’infezione, infatti, è stata rilevata la stessa carica virale. A evidenziarlo è un articolo pubblicato sul British Medical Journal (Bmj) relativo ai dati emersi da un recente focolaio verificatosi nel Massachusetts. In sostanza, la vaccinazione anche se rimane altamente protettiva, potrebbe non essere sufficiente da sola per fermare la diffusione della variante delta.

I test condotti dal 3 al 17 luglio tra i residenti del Massachusetts durante un’epidemia a Provincetown, un noto luogo di vacanza negli Stati Uniti, hanno rilevato infatti che il 75% delle persone infette era completamente vaccinato. “Tra i vaccinati con infezione, la difficoltà di rilevare il virus nei tamponi nasali (valore di soglia del ciclo) era quasi identica a quella osservata nei non vaccinati. Questa scoperta suggerisce che entrambi i gruppi hanno la stessa carica virale e hanno la stessa probabilità di trasmettere le loro infezioni, hanno avvertito i Centri statunitensi per il controllo e la prevenzione delle malattie (CDC)”. I risultati supportano le affermazioni secondo cui le persone vaccinate stanno svolgendo un ruolo nell’ondata estiva delle infezioni da variante delta e hanno portato il Cdc a ripristinare la raccomandazione che le persone vaccinate indossino maschere al chiuso. Ma confermano che il vaccino continua a offrire una forte protezione contro le malattie gravi: delle 346 persone vaccinate che sono risultate positive nell’epidemia di Provincetown, il 79% era sintomatico e il test del genoma del campione ha suggerito che il 90% aveva la variante delta. Quattro sono stati ricoverati in ospedale e nessuno è morto.

A mettere in guardia nei confronti del fatto che la variante Delta può provocare lo stesso livello di virus nei positivi, sia vaccinati che non vaccinati, era stato pochi giorni fa il professor Anthony Fauci, immunologo consulente del presidente americano Joe Biden. Alcuni dati dei risultati del test sulla carica virale erano stati ottenuti in anticipo dal Washington Post che nei giorni scorsi ha interpellato in merito noti epidemiologi. “Ho finito di leggere molto più preoccupato di quando ho iniziato”, ha riferito Robert Wachter, presidente del Dipartimento di Medicina dell’Università della California a San Francisco.
“In un certo senso – ha commentato Jeffrey Shaman, un epidemiologo della Columbia University – la vaccinazione ora riguarda la protezione personale, proteggersi da malattie gravi. L’immunità di gregge non è rilevante in quanto stiamo assistendo a numerose prove di infezioni anche in vaccinati”.
“Sebbene nella maggior parte dei vaccinati infettati il virus non abbia comportato il ricovero in ospedale, dimostrando che il vaccino funziona in modo importante, questo studio – ha affermato Andrew Noymer, epidemiologo dell’Università della California a Irvine – mostra che l’immunità di gregge diventa più un miraggio che un’oasi”. Mentre il direttore dei Centers for disease control (Cdc), Rochelle Walensky ha dichiarato in una nota: “questa scoperta è preoccupante ed è stato un fattore che ha portato alle nuove linee guida che raccomandano l’uso di mascherine al chiuso anche per i vaccinati”.

Fonte Doctor 33

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