Dalla melissa rimedi per stress, herpes e nevrosi gastrica

La Melissa offiicinalis è una pianta erbacea i cui utilizzi affondano le radici nella tradizione popolare. Si curavano con questa pianta stati di ansia, nausea e dolori mestruali

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I triterpeni, l’acido rosmarinico, flavonoidi e olio essenziale ricco di citrale, citronellale e cariofillene sono le sostanze a cui è dovuto l’effetto calmanti e antispasmodico dell’alcolato di melissa.
La Melissa offiicinalis è una pianta erbacea i cui utilizzi affondano le radici nella tradizione popolare. Il nome del genere “Melissa“, dal greco antico: mélissa, «ape», è un riferimento mitologico alla ninfa che avrebbe inventato l’apicultura.
Nel medioevo, dove era in auge la teoria delle signature, la melissa veniva identificata come “la pianta di Venere”. Infatti, si curavano con questa pianta stati di ansia, nausea e dolori mestruali principalmente (o esclusivamente) nelle donne.
Viene conosciuta anche con il nome di cedronella, per le note agrumate che sprigionano dagli infusi di questa pianta. La droga utilizzata in queste preparazioni e per ricavarne estratti sono le foglie, che vengono raccolte subito prima o durante la fioritura.
Per le sue proprietà calmanti, nei secoli scorsi lo “spirito di melissa”, ovvero l’alcolato di melissa, inventato dai carmelitani scalzi a Parigi nel 1611, era per le sue proprietà antispasmodiche un rimedio popolare a cui facevano ricorso tutte le classi sociali. In particolare, veniva chiamato anche “acqua antiisterica”. Responsabili di queste proprietà sono molecole appartenenti alla classe dei triterpeni, ma anche acido rosmarinico, flavonoidi e olio essenziale ricco di citrale, citronellale e cariofillene.
La recente ricerca scientifica ne ha delineato le proprietà sedative e spasmolitiche delle foglie. Si evidenzia un possibile utilizzo nel trattamento di stati neurotonici e di turbe minori del sonno. Il suo effetto tranquillizzante, antispasmodico e carminativo la rende indicata nella cosiddetta “nevrosi gastrica” o “somatizzazione gastrica dell’ansia”. Effetto che si estende anche all’apparato cardiovascolare, dove manifesta proprietà ipotensive e bradicardizzanti.

Studi recenti

Due recenti studi hanno approfondito questo aspetto. Nel primo, si è valutato l’effetto calmante di un estratto di melissa (a dosi elevate) per trattare stati di ansia, depressione, stress o insonnia in pazienti con angina cronica stabile. Gli studiosi hanno selezionato questi pazienti, poiché precedenti osservazioni avevano valutato come fossero tra i pazienti più soggetti a questi stati di malessere. Dopo 8 settimane di trattamento, si è osservata una significativa riduzione di questi sintomi psichici, rispetto ai pazienti trattati con placebo. L’effetto “anti-stress” in questi pazienti può essere dovuto anche all’azione bradicardica della Melissa. In particolare, si è osservato come l’assunzione di 500m di estratto liofilizzato di Melissa sia in grado di ridurre le palpitazioni in pazienti soggetti a questa alterazione del ritmo cardiaco. Alterazione che di per sé può esser causa di stress e difficile da trattare, poiché spesso occasionale e, nel caso in oggetto, di natura benigna.
L’olio essenziale, invece, risulta particolarmente interessante per il controllo dell’herpes labiale. Esercitando quindi un effetto antivirale, oltre ai tipici effetti antibatterici e antifungini degli olii essenziali. Tra i vari componenti del fitocomplesso, una nota particolare richiede l’acido rosmarinico. Sia perché viene utilizzato per caratterizzare l’estratto, sia perché dotato “di per sé” di interessanti proprietà salutistiche. In uno studio realizzato su militari partecipanti a missioni di prova ad alto rischio con privazione del sonno per almeno 24 ore, si sono studiati gli effetti di900mg/die di estratto di melissa ad elevato contenuto di acido rosmarinico.
I risultati in campo Atletico sono contrastanti (per Potenza, reattività, coordinazione occhio-mano), mentre sono stati sicuramente positivi i risultati soggettivi in termini di senso di energia, allerta e concentrazione sull’obiettivo. Ma l’acido rosmarinico è interessante anche per un altro aspetto. Se è vero che è il principale agente antiossidante, è anche un possibile inibitore dell’attività tiroidea. Sembra in grado di inibire a livello ipofisario la secrezione di TSH, suggerendo cautela nell’utilizzo di questa pianta nei pazienti affetti da patologie tiroidee. Recenti studi, infine, stanno evidenziando l’attività della melissa officinalis come pianta in grado di correggere il profilo lipidico e glicemico. Si sono innalzati i livelli di HDL e potenziata l’attività delle cellule beta del pancreas.

Fonti:

Interazioni tra piante erbe ed alimenti, Fabio Firenzuoli
Clin Nutr ESPEN. 2018 Aug;26:47-52. doi: 10.1016/j.clnesp.2018.04.015. Epub 2018 May 19.
J Ethnopharmacol. 2015 Apr 22;164:378-84. doi: 10.1016/j.jep.2015.02.007. Epub 2015 Feb 11.
Complement Ther Med. 2019 Feb;42:366-373. doi: 10.1016/j.ctim.2018.12.016. Epub 2018 Dec 21.
J Spec Oper Med. Winter 2018;18(4):92-96.
Phytother Res. 2019 Mar;33(3):651-659. doi: 10.1002/ptr.6254. Epub 2018 Dec 10.

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