I tassi di obesità tra i bambini sono aumentati durante la pandemia di Covid-19. Lo documenta uno studio pubblicato su Pediatrics basato sull’analisi delle visite avvenute nel 2019-2020, con oltre 169.000 nel periodo pre-pandemico e circa 145.000 in quello pandemico, presso il CHOP Care Network, che include 29 cliniche della regione di Philadelphia (Stati Uniti). I ricercatori hanno analizzato l’indice di massa corporea dei pazienti tra 2 e 17 anni per cui erano stati riportati altezza e peso, classificando come obesi quelli con tale indicatore pari o superiore al 95 percentile.
Si è osservato un aumento della prevalenza dell’obesità dal 13,7% nel giugno-dicembre 2019 al 15,4% nello stesso periodo del 2020. L’aumento era più marcato tra i bambini di 5-9 anni e tra quelli ispanici/latini, di colore non ispanici, con un’assicurazione pubblica e che provenivano da quartieri a basso reddito. I tassi sono aumentati in tutti gli intervalli di età, dall’1% tra i pazienti di 13-17 anni al 2,6% in quelli di 5-9 anni. Risultava obeso circa il 25% dei pazienti ispanici/latini, di colore non ispanici, con un’assicurazione pubblica e provenienti da quartieri a basso reddito, rispetto a percentuali più basse di bianchi non ispanici (11,3%), con un’assicurazione non pubblica (12%) e ad alto reddito (9,1%). Inoltre, le disparità già presenti sembravano peggiorate. Sandra Hassink, dell’Institute for Healthy Childhood dell’American Academy of Pediatrics (AAP), evidenzia che durante la pandemia i bambini hanno avuto meno accesso ai pasti forniti a scuola. Inoltre, questa è stata interrotta, c’è stata maggiore disponibilità di snack non salutari, aumento del tempo avanti agli schermi o problemi economici dei genitori. Si noti che proprio l’AAP ha pubblicato due documenti di guida clinica che sottolineano l’importanza di affrontare l’obesità durante la pandemia. Il ritorno alle abitudini è però fondamentale per Brian P. Jenssen, primo autore dello studio descritto, che suggerisce che i genitori facciano del loro meglio per arrivare ad averne di buone. Se l’interruzione delle routine possa peggiorare i comportamenti è stato valutato da altri. In uno studio pubblicato su Obesity condotto su 41 bambini e adolescenti di Verona intervistati nel 2019 e poi 3 settimane dopo l’inizio della quarantena, si è osservato l’aumento del consumo di patatine, carne rossa, bevande zuccherate e del tempo agli schermi e la riduzione dell’attività sportiva. Per l’ultimo autore Steven B. Heymsfield, della Louisiana State University System, è necessario non ignorare l’aumento di peso: l’esperto ha infatti la sensazione che alcuni bambini che hanno preso peso nella pandemia, come avviene nei mesi estivi, non torneranno indietro.
Pediatrics 2021. Doi: 10.1542/peds.2021-050123.
https://doi.org/10.1542/peds.2021-050123
Obesity 2021. Doi: 10.1002/oby.22861
https://doi.org/10.1002/oby.22861
Medscape – Increase in Childhood Obesity During Pandemic.
https://www.medscape.com/viewarticle/948350
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