Malattia polmonare interstiziale post-Covid-19, ecco come ridurre i sintomi

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In uno studio osservazionale, i ricercatori del Guy’s and Saint Thomas’ NHS Foundation Trust riportano che una piccola percentuale di pazienti ricoverati per Covid-19 presentava malattia polmonare interstiziale (Ild) infiammatoria persistente a qualche settimana dalla dimissione e, oltre a individuare quelli più a rischio, mostrano che il trattamento convenzionale con corticosteroidi è efficace nel migliorare la funzione polmonare e nel ridurre i sintomi.

Nello studio pubblicato su Annals of the American Thoracic Society, su 837 pazienti valutati tramite telefonata, 325 (39%) riportavano sintomi in corso a 4 settimane dalla dimissione. Da quanto emerso dagli esami ambulatoriali eseguiti a 6 settimane dalla dimissione, 138 (42%) non avevano segni e sintomi di malattia persistente, 110 (33,8%) avevano sintomi ma non risultati radiologici e sono stati rinviati ad altri dipartimenti e 77 (24%) sono stati indirizzati al team multidisciplinare di malattia polmonare post-Covid. Dei 59 a cui è stato diagnosticato un cambiamento interstiziale post-Covid persistente, 35 pazienti (il 4,8% della coorte) avevano polmonite in organizzazione, di cui 30 sono stati trattati con corticosteroidi alla dose massima iniziale di 0,5 mg/kg di prednisolone, e poi svezzati in 3 settimane. Alcuni hanno ricevuto dosi più basse a seconda delle comorbilità. Nei pazienti trattati è stato osservato un aumento medio relativo del fattore di trasferimento del 31,6% e della capacità vitale forzata del 9,6%, insieme al significativo miglioramento radiologico e sintomatico. I pazienti con Ild infiammatoria erano soprattutto maschi (71,5%), in sovrappeso (indice di massa corporeo medio di 28,3) ma solo il 26% era obeso, la maggior parte con comorbilità (le più comuni diabete e asma). La degenza ospedaliera media era di 19,9 giorni, l’82,9% aveva avuto bisogno di ossigeno, il 55% circa era stato ricoverato in terapia intensiva e il 46% aveva ricevuto ventilazione meccanica invasiva.
Come notato da Sachin Gupta, dell’Alameda Health System di Oakland, non coinvolto nello studio, i più vulnerabili a ILD e polmonite in organizzazione erano i più malati. «In un certo senso, è rassicurante che non stia accadendo a chiunque; sta accadendo ai pazienti che hanno avuto il peggior decorso e sono stati ricoverati in terapia intensiva per la maggior parte» ha affermato, aggiungendo come l’identificazione precoce dei pazienti e l’inizio della terapia steroidea potrebbe evitare danno e cicatrici polmonari persistenti.

Ann Am Thorac Soc. 2021. Doi: 10.1513/AnnalsATS.202008-1002OC
https://doi.org/10.1513/AnnalsATS.202008-1002OC

 

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