Hpv, ecco il manifesto per l’eliminazione dei tumori correlati

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L’Italia può essere il primo Paese in Europa a eliminare tutti i tumori causati dall’Hpv (o Papillomavirus) e raggiungere così l’obiettivo proposto dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), Eco (European Cancer Organization) e dalla Commissione europea nello Europe’s Beating Cancer Plan. Per farlo è necessario intervenire su quattro punti:

1. potenziare e rendere i servizi di prevenzione vaccinale e gli screening più accessibili;

2. avviare campagne informative e di sensibilizzazione rivolte all’intera popolazione;

3. promuovere programmi di prevenzione primaria e secondaria;

4. monitorare, con cadenza almeno semestrale, i livelli di copertura vaccinale e screening attraverso nuovi strumenti digitali.

Le proposte, indirizzate al Governo e alla Regioni, arrivano dalla Federazione italiana delle associazioni di volontariato in oncologia, IncontraDonna, Cittadinanzattiva, Fondazione Umberto Veronesi, ThinkYoung e Consiglio nazionale dei giovani, in occasione dell’International HPV Awareness Day, e sono state presentate in un webinar insieme al “Manifesto per l’eliminazione dei tumori HPV-Correlati”. «L’Australia entro il 2035 diventerà il primo Paese al mondo a eliminare i tumori causati dall’Hpv mentre il Canada raggiungerà l’obiettivo nel 2040 – afferma Walter Ricciardi, presidente della Mission Board for Cancer della Commissione europea -. In Italia sulla carta, abbiamo già tutti gli strumenti per essere il primo Paese europeo a debellare definitivamente questi tumori. Infatti i Livelli essenziali di assistenza già prevedono la vaccinazione gratuita nel corso del dodicesimo anno di età sia per gli adolescenti maschi che per le femmine e lo screening Pap-test e Hpv, nonché la possibilità di trattare questi tumori. Un obiettivo ambizioso ma raggiungibile». «Sono oltre 6.500 i tumori che ogni anno in Italia sono causati dal Papillomavirus – aggiunge Saverio Cinieri, presidente eletto dell’Associazione italiana oncologia medica (Aiom) -. Il Covid-19 sta compromettendo la prevenzione primaria e secondaria di queste forme di cancro. Per questo, gli esami di screening devono ripartire dopo le interruzioni registrate nel corso del 2020. Vanno inoltre rilanciate le vaccinazioni perché si stima che siano oltre 1milione gli adolescenti non coperti dal 2018 dal rischio di contrarre lesioni precancerose o neoplasie alla cervice uterina, ano, pene, vulva o vagina. Prima dell’esplosione della pandemia, nel nostro Paese, la copertura vaccinale media per HPV si attestava al 60% e quindi ben al di sotto della soglia ottimale del 95% prevista dal Piano nazionale di prevenzione vaccinale».
«Da alcuni anni in Italia è stato introdotto l’Hpv-test – conclude Paolo Veronesi, presidente di Fondazione Umberto Veronesi -. È un esame che ci permette uno screening ancora migliore della popolazione femminile. Risulta fondamentale però effettuare dei controlli continui su tutto il territorio dei tassi d’adesione a screening e vaccinazioni. Un aiuto prezioso per il monitoraggio può arrivare proprio dagli strumenti digitali che, come la pandemia ha dimostrato, sono sempre più importanti in sanità e medicina».

Fonte Doctor 33

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