Impedire la conversione di testosterone in estrogeni con l’uso degli Isoflavoni sintetici

Informazioni aneddotiche suggeriscono che i flavonoidi possono essere ampiamente utilizzati tra gli atleti per i loro molteplici effetti biochimici e farmacologici.

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In un importante studio gli autori valutato in vitro gli effetti di due isoflavoni sintetici, metossiisoflavone e ipriflavone, sull’attività catalitica dell’aromatasi umana (CYP19), l’enzima che catalizza la conversione degli androgeni (es. Testosterone o androstenedione) in estrogeni (es. Estradiolo ed estrone) .

Il potenziale effetto inibitorio è stato valutato misurando il tasso di aromatizzazione del testosterone, monitorato mediante gascromatografia-spettrometria di massa (GC-MS), sia in presenza che in assenza di metossiisoflavone o ipriflavone, confrontandone gli effetti con quelli degli inibitori dell’aromatasi sintetica (formestano, anastrozolo e aminoglutetimide) attualmente inclusi nell’elenco di sostanze e metodi vietati e di flavonoidi naturali (crisina, quercetina e daidzeina), noti inibitori del CYP19.

I risultati preliminari dello studio in vitro mostrano che il metossisoflavone e l’ipriflavone agiscono come inibitori competitivi dell’aromatasi, il grado di inibizione misurato in vitro essendo dello stesso ordine di grandezza di quello degli inibitori dell’aromatasi comunemente usati nelle terapie antiestrogeniche.

I risultati preliminari in vitro indicano che, in linea di principio, un’assunzione sufficientemente ampia di isoflavoni potrebbe alterare la cinetica degli equilibri dinamici tra androgeni ed estrogeni, suggerendo anche il loro monitoraggio nell’analisi di routine del controllo antidoping.

 

Premiato quale miglior andrologo d'Italia ai Top doctors Award 2022. Laurea in “Medicina e Chirurgia" conseguita nel luglio 1991 con votazione di 110/110 e lode presso l’Universita’ degli Studi di Roma “La Sapienza”, discutendo la tesi sperimentale: ”Chemioterapia endocavitaria con epidoxorubicina e interferone per via sistemica nella profilassi dei tumori superficiali della vescica”. Nel novembre 1996 ha conseguito la specializzazione in Urologia con votazione di 70/70 e lode presso il Dipartimento di Urologia “U. Bracci” del Policlinico “Umberto I” di Roma discutendo la tesi sperimentale: ”L’ecografia trans rettale, il PSA ed il PSAD. Tre metodiche a confronto nella diagnostica del carcinoma della prostata”. Nel 2014 conseguimento di Master di II livello in Andrologia ,implantologia e chirurgia protesica. Nel 2016 conseguimento Master di secondo livello in Seminologia e Fisiopatologia della Riproduzione Umana. Dal 2018 revisore delle riviste scientifiche Central European Journal of Urology , Hormone and Metabolic Research Journal. Dal 2018 libero docente presso l’Università Federiciana di Cosenza. Nel 2014 vincitore del Doctoralia Awards quale miglior Urologo Andrologo d’Italia , nel 2018 Vincitore del Mio Dottore Awards quale miglior Urologo Andrologo d’Italia.

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